Roma. Oggi tavola rotonda sui selvatici. La Capitale in emergenza, Enpa: aiutare i Cras e istituire una task force per superare le criticità relative al recupero degli esemplari feriti

Una task force per il soccorso alla fauna selvatica che vive nel territorio romano (e laziale). E' quanto chiede la Sezione Enpa di Roma al Campidoglio, alla Asl, alla Regione Lazio e alle autorità di polizia nel corso della tavola rotonda intitolata "Salvare gli animali selvatici a Roma e nel Lazio" che svolge oggi, a Roma, nella sala convegni del canile della Muratella. L'incontro, al quale partecipano, oltre all'Ente Nazionale Protezione Animali, le associazioni "Acchiappa il coniglio" e "Benessere Animale", il Giardino Faunistico dell'Abatino e il veterinario Paolo Selleri nella veste di moderatore, è un'importante occasione per fare il punto sulle politiche per i selvatici, minacciati dall'attività venatoria e dagli spari che con un pretesto o l'altro, si susseguono durante l'anno. Oppure, rinvenuti a seguito di traumi da impatto con auto, con vetrate, o semplicemente per la distruzione dei nidi.
 
Un settore – questo – che, come più volte denunciato da Enpa, si trova a vivere in una costante situazione di emergenza. Infatti, l'indebolimento  dei nuclei istituzionalmente preposti al recupero degli animali selvatici, effetto di recenti modifiche normative, e la mancanza di una vera attività di prevenzione e di corretta informazione al pubblico sulla tutela degli animali, hanno "costretto" le associazioni ad esercitare una funzione vicaria nei confronti delle istituzioni. Tanto più difficile e complessa se si considera il vasto patrimonio di biodiversità del nostro territorio e i mezzi limitati di cui dispongno le organizzazioni animaliste e ambientaliste, che sono, è bene ricordarlo, associazioni private. «Con i volontari che molte volte costretti ad autotassarsi pur di salvare la vita di un animale. Infatti – denuncia Enpa – troppo spesso accade che, come extrema ratio, i segnalanti contattano noi e altre realtà associative dopo aver trovato nelle pubbliche autorità una porta chiusa. Nonostante competa ad esse il soccorso della fauna selvatica».

Il ripristino della piena funzionalità, con il rispetto delle reciproche sfere di competenza – a partire dal sostegno e dal finanziamento dei CRAS (Centri Recupero Fauna Selvatica) – tra pubblico e privato non è l'unico ambito d'azione della task force suggerita da Enpa. E' infatti prioritario lavorare sulla prevenzione, aumentando la reale tutela  delle specie selvatiche – a partire dalla corretta applicazione della legge nazionale sulla protezione della fauna – ma anche scongiurando quei comportamenti sbagliati che possono mettere in pericolo l'incolumità dei selvatici. E il caso dei tagli e delle potatura delle siepi e degli alberi "privati" in pieno periodo di riproduzione dell'avifauna  (in contrasto con la legge nazionale 157/92 e delle direttive Comunitarie che tutela strettamente la fase della nidificazione) con la distruzione di nidi e il ferimento, se non la morte, di moltissimi esemplari dell'avifauna. «Spesso – spiega Enpa – le persone semplicemente non sono a conoscenza del fatto che tale comportamento abbia conseguenze disastrose per l'avifauna. Ecco allora che, per impedire tale pratica, occorre un regolamento del verde urbano privato».

Per superare l'attuale fase di crisi, tornando così nella piena legalità e sostenibilità, è necessario agire su due piani: uno economico-finanziario per "ripristinare" nella pienezza delle loro funzioni le autorità di controllo, recupero e soccorso, e uno formativo-informativo per promuovere una corretta convivenza con la fauna selvatica, diminuendo i conflitti attraverso gli strumenti ecologici previsti dalla legge ma ad oggi disapplicati, evitando il presentarsi di eventuali cri

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