Roma, cinghiali. Enpa a Comune e Regione: rifiuti porta a porta, recinzioni e sterilizzazioni per la convivenza con gli ungulati. Fondamentale anche il senso civico

Applicare finalmente quei metodi ecologici, che la scienza ha dimostrato essere gli unici realmente efficaci nella gestione della fauna selvatica per prevenire “incidenti” e per tenere sotto controllo le popolazioni di ungulati. Tali metodi infatti sono gli unici che risolvono le cause reali alla base di possibili squilibri demografici. Lo chiede, ancora una volta, l’Ente Nazionale Protezione Animali dopo l’episodio che ha coinvolto mamma-cinghiale e una signora che stava passeggiando con il proprio cane nella zona di Colle Salario. «Alla signora auguriamo una pronta guarigione, tuttavia, a prescindere da questo specifico caso, è chiaro che Regione e Comune non possano più disinteressarsi della situazione che si è venuta a creare, in questo come in altri quartieri del quadrante settentrionale della città», spiega Enpa.

L’associazione animalista ricorda che la crescente urbanizzazione di aree verdi e la progressiva cementificazione e delle zone periurbane ha sottratto ai selvatici quello che un tempo era il “loro” territorio, creando in così le condizioni per i contatti sempre più ravvicinati con l’uomo. Le poche aree naturali superstiti sono interessate da notevole disturbo antropico, come la caccia, che gli animali a cercare rifugio nelle aree urbane e peri-urbane dove trovano cibo in abbondanza. Questo fenomeno è reso ancora più evidente dalle modalità disastrose con cui viene eseguita la raccolta dei rifiuti. Decine di sacchi dell’immondizia lasciati per marcire a terra per giorni, dall’inciviltà dei cittadini e dalle inefficienze del servizio municipale rappresentano per gli ungulati l’equivalente di un ristorante stellato.

Secondo Enpa, una soluzione è possibile solo con un approccio di ampio respiro, rifiutando ogni ipotesi di uccisione degli animali. Oltre ad essere eticamente inaccettabili, le fucilate sono del tutto inefficaci ai fini del controllo demografico delle popolazioni. «Le popolazioni selvatiche regolano il proprio numero in base alla disponibilità di risorse, raggiungendo un equilibrio. Situazioni di sovrannumero sono dovute a una eccessiva disponibilità di risorse. La caccia – prosegue l’associazione – non riequilibra il rapporto tra numero di animali e disponibilità alimentare ma, anzi, crea le premesse perché gli esemplari uccisi vengano sostituiti da altri attraverso noti meccanismi compensatori, quali, ad esempio, un incremento del tasso di fertilità. L’uccisione della matriarca determina infatti la formazione di molti branchi riproduttivi, poiché essa è l’unica in grado, attraverso feromoni, di controllare l’estro delle altre femmine».

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