RICHIAMI VIVI. L’ENPA, INSIEME ALLA LIPU E ALLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE, CHIEDE LA FINE DI QUESTA PRATICA BARBARA

L'Ente Nazionale Protezione Animali, che ha partecipato alla conferenza stampa organizzata questa mattina dalla Lipu alla Camera dei Deputati per chiedere lo stop ai richiami vivi, si rivolge ai parlamentari di tutti i gruppi politici affinché – come sollecita l'Europa – sottoscrivano l'emendamento che vieti del tutto la pratica dei richiami vivi.
 
Si tratta di una battaglia per il rispetto della legalità, ma anche per l'affermazione di un principio di civiltà nel nostro Paese dove continua ancora ad essere autorizzata la cattura di uccelli come tordi, cesene, merli, che, proprio durante il loro periodo migratorio, vengono intrappolati con l'ausilio di reti. Rinchiusi all'interno di gabbie anguste – non possono neanche aprire le ali – , riposte spesso in scantinati bui, vengono portati all'esterno e rivedono la luce solo in autunno, pensando invece di essere in primavera. Grazie a questo, i poveri uccelli vengono indotti a cantare per attirare altri esemplari mentre il cacciatore appostato nei paraggi si tiene pronto a sparare. Le condizione della vita sono drammatiche: lesioni al piumaggio, al becco, alla testa e fratture mai curate, portano ad una atroce sofferenza e ad una agonia senza pari.
 
«Di recente – spiega l'Enpa – l'Europa ci ha messo in mora proprio sui richiami vivi, vietati negli altri Stati-membri, la cui sopravvivenza in Italia costituisce dunque una palese violazione della normativa comunitaria. La Legge Europea 2013, che il Parlamento sta attualmente esaminando, è stata predisposta prima della messa in mora dell'Italia ed è dunque anche per questo che non risponde affatto alle richieste di Bruxelles. Pertanto, occorre che i parlamentari di qualsiasi forza politica sostengano un nuovo emendamento che abolisca per sempre questa pratica barbara, dando seguito in tal modo a ciò che l'Europa ci chiede.»
 
Ma anche la Suprema Corte è intervenuta con una sentenza importante sui richiami vivi, chiarendo di fatto che "l'uso a scopo venatorio di richiami vivi […] che comportino […] sofferenze non giustificate e comunque incompatibile con le caratteristiche etologiche dell'animale, debbono ritenersi illecite…". Quindi, in sostanza, l'utilizzo dei richiami vivi è una violazione del codice penale (art544 ter c.p.) introdotto con la legge 189/2004 contro i maltrattamenti.
 
Insomma, è ormai necessario intraprendere la strada della legalità e della civiltà non solo per evitare che i cittadini siano condannati a pagare le multe dell'UE, ma – soprattutto – per restituire dignità e rispetto a questi splendidi animali e ad alla biodiversità, bene comune di tutti noi. I richiami vivi sono una delle vergogne del nostro Paese e trovano ormai la nettissima contrarietà dei cittadini italiani, essendo pura crudeltà. 
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