In Val Bormida, un giovane maschio di volpe, affettuosamente chiamato Ricciolo, è diventato il simbolo della resilienza della fauna selvatica e dell’importanza della cura verso gli animali. Alla fine di ottobre, Ricciolo, gravemente ferito dopo un attacco di una muta di cani da caccia, ha trovato rifugio nel giardino di una casa a Dego, nel savonese. Un gesto disperato che, tuttavia, gli ha salvato la vita.
Un soccorso tempestivo e una nuova speranza
La proprietaria del giardino, riconoscendo le condizioni critiche dell’animale, ha prontamente allertato il Centro Recupero Animali Selvatici (Cras) dell’Enpa di Cadibona. Gli operatori del centro sono intervenuti fornendo i primi soccorsi e stabilizzando Ricciolo. Successivamente, l’animale è stato trasferito al Cras Enpa di Genova, dove è stato sottoposto a cure intensive per oltre due mesi.
“Le sue condizioni iniziali erano estremamente gravi,” ha spiegato Massimo Pigoni, responsabile del Cras Enpa di Genova. “Nonostante le gravi lesioni riportate, Ricciolo ha mostrato una sorprendente capacità di resistenza. Con il supporto delle nostre équipe veterinarie, siamo ottimisti riguardo al suo pieno recupero.” L’obiettivo è reinserire Ricciolo nel suo habitat naturale non appena sarà completamente guarito.
Un grido d’aiuto per la fauna selvatica
La vicenda di Ricciolo mette in luce le difficoltà crescenti per la fauna selvatica in Italia, aggravate dalle attività umane, come la caccia e la frammentazione degli habitat. Pigoni ha sottolineato l’importanza degli interventi tempestivi e adeguati, evidenziando quanto il lavoro delle associazioni sia fondamentale per garantire la sopravvivenza di molti animali in difficoltà.
Parallelamente, il caso di Ricciolo si inserisce in un contesto più ampio di preoccupazioni riguardanti le politiche di tutela della fauna. Nelle scorse settimane, le principali associazioni animaliste e ambientaliste italiane hanno scritto al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per esprimere preoccupazione su un recente emendamento legislativo. Tale provvedimento rischia di limitare la capacità delle associazioni di contestare i calendari venatori, indebolendo così le tutele per molte specie selvatiche.
Un appello per il futuro
La storia di Ricciolo, raccontata anche in un servizio speciale realizzato da Repubblica Genova per il suo canale TV, rappresenta un monito e un invito all’azione. Proteggere la fauna selvatica non è solo un dovere morale, ma anche una responsabilità collettiva per garantire l’equilibrio degli ecosistemi.