Si è aperto nei giorni scorsi a Teramo il procedimento giudiziario contro un allevatore teramano 38enne imputato per il reato di maltrattamento ai danni di animali (articolo 544 ter del Codice Penale). L’uomo, a giudizio davanti al Tribunale di Teramo, è infatti accusato di aver reciso le corna di quattro montoni di razza Assaf. Gli animali, in evidente stato di sofferenza e con copiose perdite di sangue nella regione cranica dove avrebbero dovuto trovarsi le corna, erano esposti in un recinto della Fiera dell’Agricoltura di Teramo (edizione 2017). Come se non bastasse la sofferenza causata dalla grave menomazione fisica, i 4 ovini erano rinchiusi in un recinto senza alcuna protezione dal sole diretto né dal caldo. A scoprire, documentare e denunciare il presunto maltrattamento sono stati i volontari dell’Enpa di Teramo impegnati durante un sopralluogo condotto negli spazi espositivi della rassegna.
L’allevatore 38enne si è difeso sostenendo che quelle lesioni gli animali se le erano procurate “giocando”. Di tutt’altro avviso l’Ente Nazionale Protezione Animali, che nel procedimento giudiziario è parte civile. Secondo Enpa il fatto che ben quattro animali “giocando” si siano provocati il medesimo tipo di ferita è un fatto che sfida la statistica e la decenza. «Del resto – commenta Enpa – quand’anche per assurdo le cose fossero andate come dice l’imputato non si capisce perché questi non abbia prestato soccorso ai suoi ovini ma, anzi, li abbia lasciati in una situazione di evidente sofferenza».
Insomma, secondo Enpa, il maltrattamento consiste non soltanto nell’aver causato una menomazione fisica ai quattro animali; consiste anche nel non aver prestato loro i doverosi soccorsi, lasciandoli invece – sofferenti – in un recinto.