Reati contro gli animali: dall’onorevole Lacquaniti una proposta di legge per inasprire le pene

«Il Trattato di Lisbona, ratificato dall'Italia nel 2008 ed entrato in vigore nel 2009, riconosce le esigenze in materia di benessere degli animali in quanto “esseri senzienti”. E la prima volta che un Trattato internazionale sancisce questa definizione. Purtroppo però l'Italia appare ancora molto lontana dal recepimento di questa mutata e nuova sensibilità. Numerosi sono i casi di violenza gratuita ai danni degli animali». Lo dichiara l'onorevole Luigi Lacquaniti (PD), annunciando presentazione di una proposta di legge per l’introduzione di nuove norme in materia di contrasto alle zoomafie ed ai reati contro gli animali, che tutelino gli animali in quanto esseri viventi.

L'idea, in altri termini, è quella di abbandonare il vecchio paradigma alla luce del quale ciò che il nostro ordinamento tutela è il sentimento di pietà degli uomini nei confronti degli animali e non gli animali in quanto esseri viventi, anche se negli anni la giurisprudenza ha aggiustato il tiro precisando per l'appunto che gli animali sono esseri senzienti e che quindi vanno tutelati in sé «Inoltre – prosegue Lacquaniti – ho ritenuto opportuno concentrarmi sull'inasprimento delle pene per chi abbandona un animale o lo detiene in condizioni incompatibili con la propria natura proponendo, per chi commette questi reati, l'arresto fino a 2 anni e l'ammenda da 5.000 a 20.000 euro. Ho infine proposto la punibilità anche nei casi di colpa: chiunque causa la morte di un animale (per crudeltà o senza necessità), è punito con la reclusione da 4 mesi a 2 anni. Chi, invece, ne cagiona una lesione o lo sottopone a sevizie o a fatiche innaturali è punito da 3 a 18 mesi di reclusione o con la multa da 5.000 a 30.000 euro».

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