Un provvedimento che giova anzitutto alla Provincia di Ravenna, che, con la propria ostinazione a non volere accettare soluzioni alternative all'abbattimento aveva costretto la città romagnola in un vero e proprio vicolo cieco, con un crescendo di violenza. Questo il leit motiv dell'intervento con cui Francesco Mario Agnoli, magistrato nonché consigliere dell'Enpa di Ravenna, ha commentato lo stop del Consiglio di Stato all'abbattimento dei daini della pineata di Classe. Di seguito riportiamo integralmente quanto scritto al riguardo dal consigliere Agnoli.
Da quanto si è visto in queste ultime settimane la commissione incaricata di scegliere fra le varie candidate italiane al titolo di capitale europea della cultura si sarà molto compiaciuta con se stessa per avere preferito Matera. Se avesse optato per Ravenna si sarebbe trovata fra le mani una patata bollente di non poco conto, con la sgradevole eventualità di dovere prendere in esame la possibilità di revocare la designazione. E comunque di essere contestata per una scelta sbagliata.
Non si tratta di essere cacciatori, protezionisti o animalisti. L'esecuzione del provvedimento con il quale la Provincia aveva disposto l'abbattimento di una settantina di daini nella pineta di Classe ha dato luogo ad una serie di avvenimenti, in gran parte assolutamente prevedibili (tranne forse l'eccesso finale da parte venatoria), che, a parte ogni altra considerazione, hanno inciso gravemente sull'appeal turistico ravennate, dal momento che nel turismo è sempre presente anche il fattore culturale.
La vicenda messa in moto dall'incauto (per non dire peggio) provvedimento della Provincia si è svolta attraverso un susseguirsi di manifestazioni di protesta, scontri sul campo fra cacciatori e protezionisti, abbattimento di tralicci-postazione nella pineta, tagli agli pneumatici delle auto e, infine, ciliegina sulla torta, l'avvertimento mafioso da parte di uno o più cacciatori, che, non paghi del taglio delle gomme, hanno lasciato sul cofano dell'auto presa di mira la testa mozzata di un daino.
A questo punto è verosimile che la prima a rallegrarsi del provvedimento del Consiglio di Stato, che, in riforma dell'opposta decisione del TAR di Bologna, ha sospeso in via cautelativa l'abbattimento dei daini, sia proprio la Provincia di Ravenna, aiutata così ad uscire (se l'ha capito) dal dannosissimo cul-de-sac nel quale si era ficcata (e, soprattutto, aveva ficcato la città) con la propria assurda ostinazione a non volere accettare le vie alternative che pure le erano state ripetutamente offerte.
Accade spesso. L'abitudine al potere acceca.
Francesco Mario Agnoli
Consigliere della Sezione provinciale Enpa di Ravenna