Pubblichiamo di seguito il testo di una lettera che la presidente Rocchi ha inviato all'ambasciatore del Kosovo in Italia sollevando il problema del modo in cui i randagi vengono trattati nel Paese balcanico. Infatti, secondo numerose segnalazioni ricevute da Enpa, i cani senza famiglia sono abbandonati a un destino di malattia e inedia. Rocchi ha pertanto chiesto al rappresentante kosovaro di intercedere presso il proprio Governo affinché venga seguita una politica di prevenzione e contrasto del fenomeno finalizzata comunque a garantire la salute e il benessere degli animali.
Eccellenza, le scrivo in qualità di Presidente dell'Ente Nazionale Protezione Animali, la più antica associazione animalista presente in Italia, dopo aver ricevuto numerose segnalazioni da parte di cittadini e di associazioni animaliste sulla situazione dei randagi presenti nel Suo Paese.
Secondo quanto indicatoci, sarebbero numerosissimi i casi di animali randagi che muoiono precocemente di malattia e di inedia sul territorio del Kosovo. E la causa principale di questa situazione sarebbe da attribuire a una mancata prevenzione del randagismo, nel rispetto del benessere degli animali, da parte del Governo Centrale e degli Enti locali.
In Italia, come Ella certamente saprà, ormai da 25 anni, i randagi non vengono più soppressi; il fenomeno del randagismo è affrontato su scala nazionale con piani di prevenzione su scala nazionale basati su sterilizzazioni e adozioni. Fondamentale è la collaborazione tra l'amministrazione pubblica e le associazioni animaliste. Attraverso l'impegno delle Istituzioni e il sostegno di Onlus e volontari, difatti, la tutela del benessere degli animali è oggi garantita nella maggior parte del territorio.
So che in alcuni Comuni kosovari, come quello di Pec e di Gjacova, sono stati presi accordi con associazioni internazionali e con associazioni locali per la cura, per l'adozione e per la messa a regime delle sterilizzazioni dei randagi. Ma, purtroppo, in molte altre città la condizione degli animali senza proprietario sembrerebbe disperata.
Mi rivolgo pertanto a Lei, gentile Ambasciatrice, per chiederLe di intercedere presso le Autorità del Suo Paese affinché la giovanissima Repubblica del Kosovo porti avanti politiche che garantiscano la salvaguardia del benessere degli animali.
Un'oculata azione in tal senso non solo eviterebbe sofferenze inutili per tanti esseri viventi, ma garantirebbe anche un risparmio economico alle casse dello Stato, evitando tutte le conseguenze di emergenza sanitaria derivate dalla degenerazione del fenomeno del randagismo.