Azzerato il randagismo a Pontecorvo, in provincia di Frosinone. Il Comune di Pontecorvo non ha più cani che alloggiano nel canile di Arpino, la struttura convenzionata con l’amministrazione comunale. Anche l'ultimo esemplare di meticcio recuperato nei mesi scorsi sul territorio comunale e affidato al rifugio è stato adottato. A darne notizia è lo stesso primo cittadino di Pontecorvo, Anselmo Rotondo, che ha ringraziato i volontari Enpa che nell'ultimo anno hanno lavorato per raggiungere questo obiettivo. Ghiaccio, Fiorella, Zeus, Felice, Fortuna e la carica degli oltre 30 cani di Pontecorvo hanno infatti iniziato una nuova vita in una famiglia. “Sterilzzazioni, adozioni e presenza sul territorio. Non è una ricetta magica – afferma Carla Rocchi, Presidente nazionale Enpa – ma sono accorgimenti che se venissero seguiti con costanza da tutti porterebbero a grandi risultati, eliminando le pesanti conseguenze del randagismo che affliggono soprattutto le zone del Sud Italia. Il caso di Pontecorvo è l'esempio di come l'impegno delle istituzioni insieme alla presenza sul territorio delle associazioni può portare davvero portare a cambiamenti importanti. Ringrazio i volontari Enpa della delegazione di Pontecorvo e di Castro dei Volsci per l'impegno e la dedizione con cui hanno raggiunto questo obiettivo, trovando casa ad oltre 30 cani randagi”.
Le storie
Ghiaccio e Fiorella dopo circa quattro anni di canile sono stati adottati a Lucca. Ghiaccio è stato salvato dai Vigilii del Fuoco: era finito in un canale di scolo da cui non riusciva più ad uscire. Fiorella, invece, sfruttata come fattrice dai pastori, è arrivata in canile con una grave piometra, un'infiammazione all'utero che colpisce i cani femmina non sterilizzati. La loro una vera storia di amicizia. In poco tempo Fiorella è diventata l'ombra di Ghiaccio, praticamente inseparabili. I due sono stati adottati in coppia da un magistrato che vive a Lucca.
Ettore è finito in canile nel lontano 2012. Era stato abbandonato nei pressi del cimitero di Pontecorvo. Lui, ancora cucciolo e giocherellone aveva trovato conforto nei peluche lasciati come ricordo sulle tombe dei più piccoli. Un’abitudine che gli è costata però una segnalazione alla Polizia Locale e la conseguente entrata in canile. Oggi è ricoperto di pupazzi con cui ama ancora giocare in libertà.