«La tragedia relativa all'uccisione del cane randagio (presunto), a Realmonte, vicino ad Agrigento, presenta non pochi punti oscuri sui quali auspichiamo sia fatta chiarezza. In particolare, vorremmo sapere se, prima di abbattere l'animale con tre colpi di pistola il carabiniere non abbia tentato di metterlo in fuga con un colpo di avvertimento che, presumibilmente, sarebbe bastato ad allontanarlo». Lo dichiara l'Ente Nazionale Protezione Animali. «In questo genere di situazioni – prosegue Enpa – la competenza è dei servizi veterinari. Perché non sono intervenuti?»
Ci sono anche altri aspetti che non quadrano, a partire da alcune testimonianze secondo cui – come racconta l'emittente Teleakras – il cane, aggressivo, era stato appena abbandonato. «Chiediamo che sul corpo dell'animale venga condotto un esame necroscopico e che si verifichi la presenza del microchip per risalire all'eventuale proprietario. Il quale, auspichiamo, venga cercato con la stessa determinazione con cui è stato ucciso il presunto randagio. Invece – conclude l'Enpa – al Sindaco di Realmonte, responsabile per gli animali vaganti sul proprio territorio, chiediamo quali misure abbia posto in essere per rispettare le norme in materia di prevenzione e di contrasto al randagismo. Ma, visto quanto accaduto ieri, non abbiamo difficoltà a immaginare di essere in presenza dell'ennesimo caso di inadempimento».