Quintana di Spoleto, morte di Wind of Passion. Lidocaina e infortunio pregresso, il Gip deciderà sull’opposizione di Enpa e Leidaa all’archiviazione

Il Gip del Tribunale di Spoleto (Perugia) ha fissato al 25 febbraio 2020 l'udienza sull'opposizione di Enpa e Leidaa alla richiesta di archiviazione per la morte del cavallo Wind of Passion. In quella sede, il Giudice per le Indagini Preliminari dovrà decidere se concedere un supplemento di indagine o se chiedere al PM di esercitate l'azione penale nei confronti degli indagati. Lo rendono noto Enpa e Leidaa proprio alla vigilia dell'edizione 2019 della Quintana, che si corre questa sera.   
 
Il Pubblico Ministero che indagava sulla fine del povero animale, il purosangue inglese morto per shock traumatico durante la Quintana di Foligno del 2017, aveva formulato richiesta di archiviazione perché, pur rilevando l'illecita somministrazione di lidocaina, un anestetico locale finalizzato a mascherare i segni clinici di una sintomatologia di lesione già presente prima della manifestazione (o ad evitare il presentarsi della stessa sintomatologia durante la gara), riteneva comunque impossibile procedere. Sempre secondo il PM, infatti, le indagini, che pure avevano portato alla luce "negligenze, imprudenze, imperizie e condotte lesive", non avevano comunque permesso di individuare l'autore di tali illeciti, in particolare della somministrazione della lidocaina.
 
Ma è proprio su questo punto che si incardina l'opposizione di Enpa e Leidaa. Infatti, secondo le due associazioni, la responsabilità per la morte di Wind of Passion cade non solo sulla persona che ha materialmente dopato l'animale, ma sugli organizzatori del Palio, sui responsabili del rione e su quanti erano tenuti alla sua custodia. «Sono loro – spiega l'avvocato di Enpa e Leidaa, Claudia Ricci – che avrebbero dovuto valutare, con competenza, professionalità e coscienza, le condizioni fisiche dell'animale, accertando la sua idoneità a partecipare alla manifestazione su una pista performante per gare in velocità».
 
Invece, così non è stato. L'elenco delle negligenze è lungo. Nel 2015 Wind of Passion aveva subito un intervento chirurgico alla zampa sinistra, tuttavia, giusto per citare una di tali negligenze, non è mai stato presentato alcun documento che dimostrasse una corretta riabilitazione, inoltre le visite finalizzate alla partecipazione del cavallo alla giostra non hanno mai fatto riferimento a questo importante trascorso clinico. Ma c'è dell'altro. L'esame necroscopico ha infatti segnalato come l'animale soffrisse di ulcere gastriche. Una patologia, questa, assolutamente sottovalutata. «Prima della Quintana il Wind of Passion era tenuto sotto stretta sorveglianza. Possibile – prosegue Ricci – che nessuno si sia accorto di nulla? Davvero non vi era nessuno a custodire e proteggere il cavallo prima della manifestazione? Perché allora "cancellare" parte della storia anamnestica dell'animale? Perché somministrargli un potente antidolorifico, una vera "bomba" che gli avrebbe permesso di gareggiare anche con una zampa rotta senza sentire dolore?».
 
Wind of Passion non avrebbe mai dovuto partecipare alla Quintana sia per le sue condizioni di salute sia per la natura del tracciato, non adeguato a questo tipo di competizione o, almeno, ai suoi pregressi clinici. Ma, soprattutto, per le caratteristiche fisiche ed etologiche dei purosangue inglesi, adatti agli impianti ippici tradizionali e non alle giostre in velocità. Gli organizzatori della Quintana, i custodi, i responsabili del rione, il proprietario, non avrebbero mai dovuto permettere all'equide di scendere in pista. «E questa – concludono Enpa e Leidaa – è, a nostro avviso, una condotta penalmente rilevante».

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