Puglia, legge sugli animali d’affezione. Enpa: cani trattati come pacchi postali, un regalo per gli “imprenditori del randagismo”. Nostre proposte inascoltate, ma non ci rassegniamo

Cani trattati non come esseri senzienti, ma come pacchi postali. Pacchi da spostare qua e là nella regionese non – addirittura – al di fuori dei confini regionali. Lo denuncia la coordinatrice regionale Enpa per la Puglia, Daniela Fanelli, commentando la fine dei lavori della III Commissione Consiliare Permanente della Regione Puglia, che ha approvato il DDL n. 15 dello scorso febbraio, intitolato "Norme sul controllo del randagismo, anagrafe canina e protezione degli animali da affezione".

Un testo pericoloso e ben poco animal friendly nonostante in questi mesi Enpa abbia sempre cercato di aprire un canale di collaborazione con le istituzioni regionali. «Insieme alle altre associazioni animaliste pugliesi – spiega Fanelli – abbiamo presentato proposte di emendamenti per fare del DDL numero 15 un vero strumento di contrasto al randagismo e di tutela degli animali». Purtroppo, però, la Regione si è rifiutata di prendere in considerazione le proposte della associazioni; di conseguenza le norme più “pericolose” del testo non solo sono rimaste invariate, ma in alcuni casi sono addirittura peggiorate.

Legittimare la costruzione di canili in regime di urgenza; consentire la costruzione di canili contigui per superare il numero di 200 cani; autorizzare il trasferimento di animali lo spostamento fuori dipartimento Asl e "in caso di necessità" fuori regione; sono tutte misure che, a un anno dalle elezioni regionali, sembrano voler in qualche modo favorire i privati. Anche ammettendo che si non vogliano agevolare gli “imprenditori dei canili”, è comunque evidente che il DDL non affronta alla radice il fenomeno randagismo ma, anzi, finisce per perderlo completamente di vista

«Infatti  – prosegue Fanelli – è inaccettabile che alcuni consiglieri possano anche solo pensare di togliere competenze a Regione e le ASL per caricarle sui Comuni. Cioè su quegli enti territorialiche, già in estrema difficoltà organizzativa e già inadempienti su più fronti, non riuscirebbero a trovate le risorse per svolgere le funzioni che finora sono state delle ASL».

La nuova legge poteva, con l'apporto delle associazioni animaliste, essere un fiore all'occhiello della Puglia sul fronte della tutela animale – soprattutto dopo la pessima figura fatta con la legge sull'accesso in spiaggia da parte degli animali – e invece rischia di essere un regalo agli “imprenditori del randagismo”. Naturalmente Enpa si sta già adoperando per favorire una cambio di direzione e garantire così un futuro più dignitoso ai cani pugliesi.

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