Pdl Bruzzone vuole cancellare l’Ispra. Associazioni: “Inaccettabile attacco alla scienza per colpire la fauna”

Le associazioni ENPA, LAV, LEGAMBIENTE, LIPU e WWF ITALIA hanno inviato una richiesta alla Commissione Agricoltura della Camera per essere audite in merito all’ennesima proposta normativa contro la scienza e la fauna, presentata dalla Lega a firma dell’on. Bruzzone, attualmente in discussione presso la Commissione Agricoltura.

La PDL 2011 mira a sostituire, nelle competenze sulla fauna selvatica, l’ISPRA – l’istituto scientifico nazionale di riferimento, la cui autorevolezza è riconosciuta a livello internazionale – con un “Istituto di Gestione Faunistica”, che dovrebbe fornire pareri sui calendari venatori e sulle politiche di tutela della biodiversità.

“Un ulteriore, gravissimo attacco alla scienza, questa volta a firma della Lega, per favorire la lobby venatoria: l’ISPRA, un istituto scientifico super partes, è da tempo giudicato “scomodo” poiché “colpevole” di fornire pareri sui calendari venatori non troppo graditi a cacciatori e armieri, i quali vorrebbero sparare a qualsiasi cosa si muova, senza vincoli e senza criteri scientifici validi e riconosciuti. Il tutto in un momento di piena crisi della fauna, come denunciano tutte le istituzioni, a cominciare dall’ONU.”

Le associazioni esprimono estrema preoccupazione non solo per le gravi conseguenze sulla biodiversità, ma anche per la violazione delle norme che regolano oggi la tutela della fauna selvatica a livello sovranazionale, dalle convenzioni internazionali alle direttive comunitarie.

“È vergognoso che, mentre in materia di caccia ci troviamo in una fase di forte contenzioso con la Commissione Europea – con due procedure Pilot già tradotte in una procedura di infrazione – anziché impegnarsi per una soluzione, la risposta sia cancellare l’ISPRA, il cui lavoro scientifico è stato ampiamente riconosciuto a livello internazionale.”

Questa proposta di legge renderebbe ancora più problematica la vita degli animali selvatici del nostro Paese, che – lo ricordiamo – sono patrimonio indisponibile dello Stato e tutelati nell’interesse della comunità nazionale e internazionale. Inoltre, il provvedimento si pone in aperto contrasto con la revisione costituzionale dell’articolo 9, che oggi attribuisce allo Stato il compito, diritto e dovere di tutelare l’ambiente, la biodiversità, gli ecosistemi e gli animali.

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