Quattro giorni di controlli sulla rete ausotradale italiana e slovena, più di tremila chilometri percorsi, tre trasporti fermati, multe stimate per circa 15mila euro. E’ il bilancio dell’operazione “Agnus Dei” (Clicca qui per il video)condotta dal 14 al 17 aprile tra Italia e Slovenia dagli attivisti dell’associazione svizzero-tedesca Animal Welfare Foundation e dall’Ente Nazionale Protezione Animali, che ha fornito supporto logistico con le Guardie Zoofile di Vicenza. Obiettivo della missione – appostati in autostrada, gli attivisti hanno seguito i camion “sospetti” fino all’intervento della Polizia Stradale in Italia – quello di verificare la regolarità dei trasporti di agnelli non solo dal punto di vista amministrativo ma, anche e soprattutto, da quello del benessere animale. Purtroppo però controlli (i Tir sono stati fermati nella zona di Bologna) hanno evidenziato numerose irregolarità, tra cui quella relativa a un conducente di Tir sprovvisto di certificato di idoneità relativo al benessere degli animali durante il trasporto.
Ma a destare preoccupazione e sconcerto sono state le condizioni in cui sono stati trovati i cuccioli di pecora, circa 800 a camion, per un totale di ben 2.400. Ammassati gli uni sugli altri, senza neanche lo spazio per potere stare in posizione "eretta naturale" e senza lo spazio adatto a consentire i loro movimenti naturali, molti esemplari erano ridotti allo stremo, distesi sul pavimento abbandonati all’inedia. La maggior parte di loro, poi, non poteva dissetarsi perché non sapeva come bere da un abbeveratoio meccanico. Del resto, quand’anche l’avesse saputo, non avrebbe potuto perché i Tir erano equipaggiati con un sistema progettato per i suini e, quindi, inadatto agli ovini. Gli erogatori comunque erano presenti solo su una fiancata del veicolo, e quindi inaccessibile alla maggior parte degli animali, dato che l’affollamento non consente di spostarsi da una parte all’altra. In molti casi, poi, la pressione dell’acqua insufficiente non riusciva ad alimentare gli abbeveratoi del quarto livello. «Abbiamo visto moltissimi animali leccare in modo forsennato le pareti e il pavimento del Tir, o i “rubinetti” dell’abbeveratoio – raccontano Animal Welfare Foundation ed Enpa – nel tentativo di trarne un po’ d’acqua. Per respirare un po’ d’aria fresca molti sporgevano la testa al di fuori della cancellata che delimitava la fiancata del Tir ». E’ ovvio che in queste condizioni molti cuccioli abbiano finito per sviluppare gravi patologie agli occhi, al sistema respiratorio e a quello neurovegetativo.
E non potrebbe essere altrimenti, visto che gli animali sono costretti a viaggiare attraverso mezza Europa. I trasporti fermati da Enpa e Animal Welfare Foundation provenivano infatti dalla Romania ed erano arrivati in Italia attraverso la rotta balcanica, dopo aver percorso ben duemila chilometri. Questi, però, non sono gli unici. Nel solo 2018, stando ai dati Istat, il nostro Paese ha importato ben 981mila ovini (tra cui anche agnelli), vale a dire 981mila animali costretti ad attraversare in lungo e in largo il vecchio con