Parchi nel mirino: con la nuova legge a rischio orsi, lupi, camosci. Al sicuro invece le poltrone per i politici disoccupati. Mail bombing di Enpa

Le aree protette del nostro Paese potrebbero presto diventare un territorio minato per tutti i selvatici; anche per quelli che come orsi, lupi e camosci godono di un particolare regime di protezione. E' quanto prevede la legge di “controriforma” della normativa nazionale (la 394/91) sui Parchi, che sarà all'esame dell'aula di Montecitorio a partire da lunedì 27 marzo e grazie alla quale si potranno concedere deroghe facili alle “doppiette”. Ma grazie a questo atto normativo sarà possibile utilizzare – per fare cassa – gli animali catturati o uccisi nei “santuari della natura”; bypassare i pareri scientifici. Inaccettabili poi le norme relative alla governance, con tante poltrone disponibili per i politici disoccupati e senza alcuna competenza scientifica sulla materia, specie per quelli bocciati dagli elettori.
 
Insomma, se questa legge dovesse passare, sarebbe la fine dei parchi naturali per come li conosciamo dal 1991: oasi di biodiversità, aree dove piante e animali possono vivere e proliferare in tranquillità, al riparo dalle attività umane impattanti.
 
Per questo, per evitare quella che sarebbe una vera tragedia per gli animali, per l'ambiente e per tutti gli italiani che hanno nei parchi un bene comune fondamentale e riconosciuto dalla Costituzione, l'Ente Nazionale Protezione Animali ha promosso un mail bombing (http://urlin.it/144926) diretto ad Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della Camera che ha approvato il testo di “controriforma” varato dal Senato, nonché al relatore Enrico Borghi (PD) e a tutti i capigruppo, per chiedere di fermare un provvedimento estremamente dannoso.
 
«A nulla sono valse evidentemente le audizioni delle associazioni animaliste e ambientaliste, né le proposte di miglioramento; così come non hanno avuto effetto le nostre richieste, per i selvatici, di puntare sulla politiche di prevenzione, sui metodi ecologici e incruenti e sul rispetto per tutte le specie che in queste aree preziose trovano la loro possibilitò di sopravvivenza animali. Purtroppo – spiega Annamaria Procacci, consigliere nazionale di Enpa – le nostre osservazioni non sono state prese in considerazione». «Forse – prosegue Procacci – si vuole smantellare l'attuale normativa, la 394/91, proprio perché ha dimostrato di essere una buona legge, al di sopra delle parti e degli interessi, se non quelli della natura e dell'ambiente».
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