«Facciamo i nostri più vivi complimenti ai promotori della “consultazione” anti-orsi del prossimo 27 ottobre in Val di Sole per aver introdotto nel nostro ordinamento una nuova tipologia di referendum: quello ideologico-propagandistico. Un referendum, cioè, che rappresenta solo pochissime persone e che, per stessa ammissione dei suoi organizzatori, non ha altra funzione se non quella di premere sugli amministratori locali e sulle autorità europee affinché sia autorizzato lo sterminio di massa di orsi e lupi. Siamo anche sconcertati dalla strumentalizzazione di cui la popolazione trentina finisce per essere vittima». E’ quanto dichiara, l’Ente Nazionale Protezione Animali alla vigilia dell’iniziativa “pseudoreferendaria” che tra pochi giorni porterà qualche migliaio di persone – addirittura meno di 7 mila secondo alcune stime – ad esprimersi sulla presenza di orsi e lupi in Val di Sole e che non produrrà alcun effetto sotto il profilo giuridico. Insomma questa è solo una nuova tappa della campagna allarmistica promossa da politici, amministratori locali e associazioni di categoria che hanno sposato posizioni estremiste per terrorizzare la popolazione e alimentare l’intolleranza contro orsi e lupi.
La grancassa della propaganda faunofobica sostiene che la presenza dei grandi carnivori rappresenti un fattore di rischio per la pubblica incolumità, ma – osserva Enpa – i veri pericoli per la sicurezza dei residenti sono da cercare altrove. Sulle strade urbane ed extraurbane ad esempio. Negli ultimi due anni, riferisce l’Istat, ben 68 persone sono state uccise in Trentino dalle automobili, 35 delle quali lo scorso anno. «Eppure – prosegue Enpa – ci risulta che nessuno abbia finora promosso “referendum consultivi” per abbassare i limiti di velocità e per incrementare la sicurezza della rete viaria. Siamo anche noi profondamente addolorati per la scomparsa di Andrea Papi, ma si tratta di un episodio isolato, di un fatto “incidentale” che, in quanto tale, non rientra in una regolarità statistica».
Tragedie come quella occorsa ad Andrea di Papi, così come gli incontri fortuiti con gli orsi, si potrebbero facilmente evitare se si applicassero correttamente tutte le misure di prevenzione previste e prescritte. A partire dai comportamenti individuali. La maggior parte di tali incontri avviene per imperizia e per negligenza, come ha peraltro testimoniato il ragazzo che si sarebbe imbattuto in un plantigrado a Bleggio e che ha chiaramente detto di essere stato imprudente e del quale Enpa apprezza la sincera ammissione. «Per evitare di incontrare un orso non serve una laurea in ingegneria nucleare; basta soltanto far rumore mentre si cammina nei boschi. Perché – conclude Enpa – contrariamente a quanto sostengono taluni, gli orsi in realtà hanno paura di noi e tendono a tenersi a debita distanza dall’uomo».