Si è chiuso con un nulla di fatto l'incontro tra l'Enpa di Savona il direttore del servizio veterinario, due esperti di comportamento canino e la sindaca della città ligure, cinque assessori, il comandante della Polizia Municipale, il segretario comunale, alcuni dirigenti comunali. Enpa auspica un nuovo incontro per trovare una via d'uscita alla contestatissima ordinanza "anti-cani", ma, intanto, tutto resta come prima.
Nessuna delle richieste degli animalisti è stata accolta, a parte il generico proposito di collaborare per una soluzione condivisa del presunto “problema pipì"; Enpa e gli altri gruppi locali di cinofili, sostenuti dal crescente numero di adesioni alla petizione antiordinanza – firmata anche dai cittadini che non posseggono cani e da alcuni commercianti – continuano a chiedere il ritiro dell'atto.
Un provvedimento, come hanno spiegato gli esperti, incongruo, umiliante e punitivo, anche perché non è pensabile di impedire ai cani di soddisfare un bisogno fisiologico ancor prima che esso venga espletato. Che si pulisca o meno la pipì, la multa è sempre in agguato.
Mentre la sindaca dice sostiene di non poter ritirare né modificare l’ordinanza, al contempo rende noto che il provvedimento sarà esteso ad altri portici e vie cittadine. Enpa ha invece ribadito, così come gli esperti di cani e il servizio veterinario Asl2, di voler collaborare con l'amministrazione comunale per trovare alternative che contribuiscano alla convivenza. Ma dall'altro lato non si registra altrettanta disponibilità, né al dialogo né al confronto.