Deteneva in precarie condizioni igienico sanitarie sedici cani, tra Pinscher, Jack Russel e Pastori tedeschi. Per questo, un 38enne della provincia di Varese è stato segnalato all'autorità giudiziaria dai Carabinieri e dalle Guardie Zoofile del nucleo di Varese che la scorsa notte hanno condotto un blitz presso l'abitazione dell'uomo. Gli animali erano tutti reclusi in un seminterrato, privo delle necessarie autorizzazioni, e molti di loro presentavano segni di sofferenza. Come se ciò non bastasse, l'indagato è stato trovato in possesso di un esemplare di Cincia dal Ciuffo (appartenente a specie particolarmente protetta), poi liberato, e di numerosi dispositivi illegali per la cattura di uccelli protetti. Nella cantina, Guardie Zoofile e Carabinieri hanno trovato anche i resti di diversi uccelli protetti, che, secondo quanto ipotizzato dagli inquirenti, sarebbero stati catturati dall'uomo e sarebbero deceduti a causa delle condizioni di detenzione.
Dai primi riscontri è emerso che la documentazione dei cuccioli non era in regola e che essa sarebbe stata falsificata proprio dal 38 enne. Il quale, tra l'altro, è risultato essere in possesso di siringhe – pronte all'uso – destinate all'inoculazione dei microchip, di vaccini, e di libretti sanitari in bianco.
Tutti gli animali sono stati sequestrati e messi in sicurezza (i cani sono stati affidati ad una struttura comunale); l'uomo invece si è visto contestare diverse ipotesi di reato che vanno dalla detenzione in condizioni incompatibili al maltrattamento con aggravante, dal furto venatorio all'esercizio abusivo della professione medico veterinaria. Una posizione, quella dell'indagato, che, in attesa di un possibile procedimento giudiziario risulta già da ora piuttosto complessa.
«Ringrazio i Carabinieri e le Guardie Zoofile del Nucleo di Varese che, grazie a una efficiente attività di indagine e ad un intervento tempestivo, sono riusciti a sottrarre i poveri animali al loro aguzzino. Spero si faccia la massima chiarezza su questa vicenda portando alla luce eventuali ulteriori responsabilità a carico di terzi. In caso di condanne – commenta Antonio Fascì, responsabile del Servizio Nazionale Guardie Zoofila Enpa – Auspico vi sia la massima severità».