Intensificare i controlli di legalità presso le strutture circensi e bloccare una volta per tutti i contributi pubblici previsti da fondi FUS (Fondo Unico Spettacolo) per i circhi. E' quanto torna a chiedere, in occasione dell'operazione Golden Circus, l'Ente Nazionale Protezione Animali con una lettera della presidente Rocchi al Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini.
«Il blitz della Polizia ha portato alla luce gravissime violazioni della normativa italiana in materia di immigrazione, che sarà sottoposta al vaglio dei magistrati. In attesa che la giustizia faccia il suo corso – dichiara Rocchi – è comunque evidente l'urgenza di prevedere controlli ancora più stringenti e serrati sul rispetto delle nostre normative da parte dei circhi; anche e soprattutto di quelle in materia di tutela degli animali. I “tendoni” non possono e non devono essere zone franche, al di sopra della legge. Naturalmente qualora emergesse che alcune del sigle sotto inchiesta abbiano ricevuto contributi pubblici, si renderebbe opportuno l'avvio della procedura per ottenerne la restituzione».
Secondo l'Enpa, le pressioni degli imprenditori circensi per mantenere in piedi i meccanismi di finanziamento pubblico e operazioni di dubbia legalità come quelle portate oggi alla luce, evidenziano in realtà un grave stato di crisi per il sistema-circo, che, se fosse un settore in salute non avrebbe certo bisogno di fondi pubblici. «Il sistema-circo è in affanno – prosegue Rocchi – anche per la crescente sensibilità degli italiani nei confronti della tutela degli animali. Per questo, chiedo al Ministro Franceschini di indirizzare i fondi Fus per i circhi verso realtà ben più vitali e dinamiche; realtà che per stare sul mercato non hanno certo bisogno di sfruttare altri esseri viventi».
Un appello speciale l'Enpa lo indirizza anche alla dirigenza della Rai affinché si taglino i ponti con il passato, e non si dia spazio – in particolare sulle reti pubbliche – agli spettacoli circensi. «Circo e servizio pubblico – conclude Rocchi – sono agli antipodi: l'uno rappresenta la negazione dell'altro».