Oggi sono 30 anni dalla nascita del’Oasi Felina di reggio Emilia. Tutto è iniziato dal gatto Mao

Parte come una favola la storia della creazione della prima oasi felina di Reggio Emilia, il tutto grazie ai volontari Caterina Di Dio e Mario Cattabiani. Era il 1986 sotto casa di Caterina la gatta Mao si presentava sempre allo stesso orario per chiedere da mangiare. Un giorno Caterina decide di seguirla e fa la scoperta di una casa colonica abbandonata in Via Stradivari dove quindici gatti affamati condividevano una vita di randagismo incontrollata. “In quegli anni era normale – spiega Caterina – non esistevano leggi per la tutela dei gatti e quindi l’unica possibilità che avevano di sopravvivere se selvatici era sulle forze o sul buon cuore delle persone che incontravano. Dopo mesi dove curavano e sfamavamo i gatti a mie spese scoprii che il casolare sarebbe stato abbattuto lasciando i quindici gatti allo sbando totale. Presi la situazione in mano e andai in Comune supportata dall’Enpa, dopo interminabili riunioni con i responsabili di turno non si è cavato un ragno dal buco, la politica disse che i gatti erano miei e non della collettività. Non mi fermai, il giorno previsto dell’abbattimento del casolare mi chiusi dentro e fermai il cantiere con le ruspe in azione! Avevo 35 anni, un grande amore per i gatti e non mi resi conto del pericolo a cui andavo incontro”.

“Dopo questo episodio, tramite l’attivista per i diritti degli animali Stella Borghi, ho saputo che il Comune intendeva acquisire un casolare con un’aerea vasta intorno in via Felesino a Reggio Emilia. Portai qui i primi coloni, 50 gatti che presi da Via Stradivari per salvarli dalla ruspe della demolizione dell’altra casolare. Dopo varie traversie e scampate denunce da parte del proprietario dell’area di via Felesino, il Comune finalmente acquistò l’area, ci permise l’uso del casolare e ci diede un piccolo contributo per creare la recinzione”.

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