NUCLEO DI VENEZIA: antibracconaggio, denunciati 6 cacciatori

Doppio intervento per il neocostituito nucleo veneziano delle Guardie Zoofile Enpa che nel giro di pochi giorni hanno denunciato all’autorità giudiziaria ben sei caccatori, cinque veneziani e un padovano. E che hanno sequestrato cinque uccelli usati come richiami: tre allodole mutilate, un tordo sassello cieco e un merlo sprovvisto di anello identificativo (obbligatorio per Legge). Questo brillante risultato è il frutto di una doppia operazione condotta dalle Guardie Enpa nei Comuni veneziani di Mira e Mirano.
 
I cacciatori sono indagati per maltrattamento di animali, utilizzo – a fini di richiamo – di uccelli mutilati e per esercizio delle pratica venatoria con  l’impiego di mezzi non consentiti. Per alcuni animali, gravemente feriti, si è reso necessario l’intervento di due veterinari. Impietosa la diagnosi: alterazioni e menomazioni sulle zampe e sulle che impediranno loro di tornare a volare. Gli uccelli, tra l’altro, erano costretti all’interno gabbie molto piccole, che non permettevano loro i più basilari movimenti.

«Anche la Corte di Cassazione – commenta Riccardo Crepaldi, caponucleo delle Guardie zoofile Enpa di Venezia – riconosce che “nulla più dell’assoluta impossibilità del volo è incompatibile con la natura degli uccelli”. Ora più che mai, anche grazie al progresso socio-culturale e ad un’accresciuta sensibilità verso i diritti degli animali, è importante che il Parlamento italiano metta una pietra tombale sull’utilizzo dei richiami».
 
«Una sottaciuta complicità soprattutto tra il mondo venatorio e le istituzioni locali ha fatto sì che i cacciatori si sentissero rassicurati nel poter usare gli uccelli da richiamo senza tener conto della legge. Ma la Corte Suprema – aggiunge Renzo Rizzi, Ispettore Regionale delle Guardie Enpa – sta consolidando un orientamento giurisprudenziale in base al quale la detenzione di uccelli in gabbie anguste configura il reato di maltrattamento, anche per le conseguenze psicologiche che tale detenzione determina. Ai cacciatori dico: chi viola le norme sui richiami commette un reato. Le nostre guardie sono all’erta in tutta la regione per stroncare queste illegalità».

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