Mondiali di calcio 2018. In Russia è allarme per le uccisioni dei randagi. Enpa chiede all’ambasciatore russo in Italia e alla Fifa di fare chiarezza: inaccettabile il ricorso ai metodi cruenti

L’Ente Nazionale Protezione Animali esprime grandissima preoccupazione per le notizie provenienti dalla Russia, secondo cui nelle città dove si giocheranno le partite dei mondiali di calcio 2018 sono in atto veri pogrom contro i cani randagi. La strategia, riferiscono fonti di stampa internazionale, sarebbe la stessa adottata in Ucraina per i campionati europei del 2012, costati la vita a migliaia di animali.
 
Sull’0nda di queste notizie, la presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi, ha scritto all’ambasciatore della Federazione Russa in Italia, Sergey Razov, per esprimere la preoccupazione dell’associazione e di tantissimi italiani, profondamente turbati da quanto starebbe accadendo in Russia. In particolare, Rocchi ha chiesto al rappresentante del governo russo quali siano gli strumenti messi in campo dall’esecutivo e dalle istituzioni locali per contrastare e prevenire il randagismo. A questo proposito, Rocchi, citando l’esempio virtuoso del nostro Paese, sottolinea l’assoluta inefficacia delle uccisioni. «In Italia come all’estero – spiega Rocchi –  le realtà che sono riuscite a vincere la battaglia contro il randagismo sono proprio quelle che hanno puntato sul monitoraggio, sulle sterilizzazioni, sulle adozioni dei randagi nei canili». Invece i Paesi che ancora prevedono il ricorso agli abbattimenti sono quelli dove il randagismo sembra non avere mai fine.
 
Ma il problema è soprattutto di natura etica: non è ammissibile uccidere altri esseri viventi, tanto più se ciò accade per l’incapacità di affrontare e risolvere un problema, per il quale basterebbe semplicemente adottare le buone pratiche seguite in altri contesti. Da qui l’appello che l’Ente Nazionale Protezione Animali lancia alla Fifa, la federazione internazionale del calcio, che organizza i campionati mondiali, affinché conduca delle verifiche su quanto sta accadendo ai randagi della Russia. «E’ inaccettabile che per uno sport si debba pagare un tributo di sangue. E sono convinta – conclude Rocchi – che qualora venisse confermato il massacro di randagi, esso rappresenterebbe una macchia indelebile per la Fifa. Una macchia che tifosi e spettatori non sono in alcun modo disposti a tollerare».

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