Marche, Associazioni: “La politica degli abbattimenti è risultata fallimentare, ora si volti pagina!”

“La politica degli abbattimenti è risultata fallimentare, ora si volti pagina!”. Lo dichiarano le associazioni ambientaliste ed animaliste delle Marche ENPA, GRIG, LAC, LAV, LIPU, la Lupus in Fabula, Pro Natura e WWF, in risposta alla lettera che la Cabina di regia delle associazioni venatorie marchigiane ha inviato al vicepresidente ed assessore regionale alla caccia Mirco Carloni, per sollecitarlo all’attuazione dei Piani di Controllo delle specie cinghiale, volpe, corvidi, piccione e nutria.
“Se l’assessore Carloni vuole veramente aiutare l’agricoltura marchigiana – affermano le Associazioni in una nota congiunta – lo può fare rispettando anzitutto l’art. 19 della Legge n. 157/92, rimasto finora inapplicato dalle Regioni nella parte relativa all’adozione di un vero Piano di Gestione, che prevede, in via prioritaria, l’attuazione dei metodi ecologici e preventivi che, se applicati, avrebbero già da tempo risolto la maggior parte dei problemi. Solo con l’utilizzo di questi metodi si potranno realmente dare soluzioni concrete ai problemi degli agricoltori, senza ricorrere all’inutile, ancorché esecrabile, ricorso alle armi, peraltro eseguito fuori dall'ambito del consentito dalla normativa nazionale, ovvero non dalle figure pubbliche preposte, come ad esempio la Polizia provinciale, ma da soggetti privati, come i cacciatori!”
“Evidentemente non sono bastate ben 7 Sentenze della Corte Costituzionale, con cui si è stabilito che soggetti “privati”, che poi sistematicamente si rivelano essere dei cacciatori, non possono essere coinvolti nelle operazioni di “controllo” faunistico. È dunque illegittimo avvalersi di squadre di cacciatori come “coadiutori” degli organi pubblici di vigilanza venatoria, perché il controllo delle specie selvatiche (in periodi e zone di divieto di caccia), spetta esclusivamente agli agenti di Polizia provinciale! I politici e gli amministratori regionali continuano invece imperterriti a violare palesemente la legge in favore del mondo venatorio, dando la possibilità ai cacciatori di sparare praticamente tutto l’anno, con il pretesto di presunti e mai dimostrati danni “devastanti” alla biodiversità, all’agricoltura, alla selvaggina stanziale ecc…, causati dalle specie che si vorrebbero sottoporre a “controllo”. “

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