Madonna di Campiglio, oltre 20 associazioni contro l’allargamento della pista Poza Vecia

Enpa del Trentino insieme ad un folto gruppo di associazioni e movimenti ambientalisti per la difesa della montagna e dei beni comuni del Trentino si oppone alla proposta della società Funivie Madonna di Campiglio Spa di sistemazione e allargamento della pista Poza Vecia.

“Abbiamo marciato assieme – affermano le associazioni in una nota -in più di venti sigle e oltre 200 persone in Panarotta poco più di un mese fa: i punti di raccordo su cui ci siamo incontrati per la difesa della montagna della Valsugana, ci spingono a parlare unitamente anche contro lo scempio proposto nelle Dolomiti di Brenta in Val Rendena. La pista Poza Vecia è una pista blu che da decenni consente a migliaia di sciatori di rientrare dall’area sciistica del Grostè verso il valico di Campo Carlo Magno. Data la poca pendenza, la pista impone una bassa velocità agli sciatori che, anzi, devono aiutarsi in qualche punto con le racchette per proseguire: non un inconveniente, ma un pregio che consente di ammirare il bellissimo bosco che la pista attraversa, senza creare alcun problema di sicurezza. L’idea della società che gestisce le funivie è quella di allargare la pista, aumentandone oltretutto la pendenza con importanti lavori di movimentazione di terra e sacrificando 2,7 ettari di bosco che in parte rientrano nell’area protetta del Parco Naturale Adamello Brenta. Ad ovest della pista è inoltre presente una sorgente idropotabile che potrebbe essere compromessa dalle opere. Il terzo obiettivo dell’intervento è infine quello di installare un impianto di innevamento artificiale, oggi assente”.

I gruppi ambientalisti, oltre venti, sottolineano infine che, “come suggerito dalle Linee Guida per l’Adattamento della Convenzione sulle Alpi [1], di cui l’Italia fa parte, e dallo studio di Banca d’Italia “Cambiamento climatico e turismo invernale per l’Italia”, occorre operare una riduzione della dipendenza economica locale dall’attività sciistica, diversificando i prodotti turistici includendo attività che siano meno dipendenti dalle precipitazioni nevose, sempre più incerte e variabili. L’intervento proposto a Campiglio va in direzione esattamente opposta a quanto suggerito, aumentando ulteriormente il peso di un settore che si troverà molto presto inevitabilmente in crisi. Il comprensorio sciistico di Madonna di Campiglio, che con le località di Pinzolo, Marilleva e Folgarida raggiunge i 156 km di piste, ha sicuramente notevoli ricadute economiche positive per la valle: proprio per questo, queste attività devono essere in grado di diversificarsi quanto prima, pena il trascinare l’economia di intere valli in un baratro. Inoltre, non si possono nascondere gli importanti impatti negativi ambientali e sociali. La gestione del comprensorio necessita di equilibrio, lungimiranza e di rispetto per il territorio montano che è il bene più prezioso da salvaguardare per le future generazioni”.

Firmatari: Extinction Rebellion Trentino, Circolo di Trento di Legambiente, ENPA del Trentino, Pan-EPPAA, LAC Trentino Alto Adige/Südtirol, LIPU sezione di Trento, LAV Trentino, Associazione per il WWF Trentino, Italia Nostra – sezione trentina, Mountain Wilderness, Acque Trentine – Comitato Permanente di Difesa delle Acque del Trentino, Fridays for Future Trento, Associazione Per l’Ecologia, L’Ortazzo, Protect Our Winters Italia, Yaku, Viração&Jangada, Ci sarà un bel clima, The Outdoor Manifesto, Rete Climatica Trentina, La Foresta – Accademia di comunità e Punto Zero APS

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