Si riparte dalle oltre 500 mila adesioni raccolte in pochi giorni da Enpa sulla propria pagina Facebook per dire no alla caccia ai lupi prevista dal Piano che, paradossalmente si chiama “Piano di conservazione del lupo”. Dopo il rinvio di inizio febbraio, infatti, la partita non è ancora chiusa ma avrà l’epilogo decisivo giovedì 23 febbraio quando il documento tanto caro al Ministro Galletti sarà esaminato nuovamente dalla Conferenza Stato-Regioni. Secondo quanto noto all’Ente Nazionale Protezione Animali, il titolare del dicastero dell’Ambiente non avrebbe invertito la rotta, così come chiesto dalla maggioranza delle Regioni e da tantissimi cittadini (ed elettori). Tra l’altro è in essere addirittura una versione peggiorative del Piano che le associazioni animaliste sono riuscite ad ottenere e che oggi diffondono per la prima volta.
In questa nuova versione, datata 25 gennaio 2017 e mai inoltrata dal Ministero ai rappresentanti del mondo ambientalista e animalista, fanno la loro comparsa, oltre al tristemente noto “prelievo” del 5%, la possibilità di uccidere i lupi per non meglio precisati e fantomatici motivi “scientifici” e la possibilità di ammazzarli a fucilate nei parchi. Insomma, contrariamente a quanto dichiarato dal Ministro Galletti, dopo un regime di protezione durato oltre 45 anni, ci troveremmo ad assistere ad un vero “tiro al piattello”. Altro che le tutele propagandate dal Ministro: sarebbe caccia selvaggia.
Per questo, che si tratti di prelievi, abbattimenti “scientifici” o spari nei parchi Enpa chiede con un mail bombing che ogni ipotesi di uccisione dei lupi sia cancellata una volta per tutte dal Piano e che cessi la campagna terroristica in atto da mesi contro questi meravigliosi animali. «D’altro canto è paradossale che si tenti di legittimare gli spari contro i lupi prendendo a pretesto il bracconaggio. Sarebbe come se qualcuno volesse combattere i furti “legalizzandone” una certa percentuale, diciamo il 5%. I reati, tutti i reati, si combattono invece con il rispetto delle regole e con il controllo del territorio», spiega l’Enpa. «A tutti gli italiani – prosegue Enpa – che già hanno dato prova di una straordinaria capacità di mobilitazione, chiediamo di sollecitare uno stralcio delle norme “incriminate”. Chiediamo loro cioè di schierarsi ancora una volta dalla parte dei lupi, della natura e dell’ambiente, per il rispetto della legalità e la cultura della vita».