“Contrariamente a quanto sostenuto dal Ministro Galletti stamane alla Camera, il Piano Lupo non solo riapre la caccia al più grande predatore italiano, ma, nella sua versione più aggiornata, messa a punto in una riunione ‘tecnica’ del 24 gennaio e mai inviataci, aumenta le possibilità di sparo contro i lupi”: lo dichiarano le associazioni LAV, ENPA, LIPU, LAC, LNDC, ANIMALISTI ITALIANI, LEIDAA, che nonostante l’ostruzionismo incontrato (l’unico documento ricevuto dal Ministero è una bozza del 15 ottobre 2015), sono comunque riuscite a prendere visione di una copia dell’ultimo testo.
In questa versione, datata 25 gennaio 2017, è stata infatti introdotta la condizione che consente di “scavalcare” tutte le fasi di autorizzazione, per cui “nei casi di particolare necessità legati ad esigenze di ricerca scientifica” non sarà necessario dimostrare che l’uccisione di un lupo rappresenti la misura estrema da adottare, dopo che tutte le altre azioni si sono dimostrate inefficaci. Come se non bastasse, il tavolo tecnico ha incredibilmente rimosso anche il divieto di uccidere i lupi all’interno dei parchi nazionali e regionali, sostituendolo con un sibillino invito a “procedere con cautela”.
“La situazione è insostenibile. Siamo di fronte ad un comportamento incomprensibile da parte di un Ministro che si appresta a riaprire la caccia ai lupi dopo 46 anni di tutela – dichiarano LAV, ENPA, LIPU, LAC, LNDC, ANIMALISTI ITALIANI, LEIDAA – per questo chiediamo un intervento urgentissimo del Presidente del Consiglio Gentiloni, quale garante, perché si faccia carico in prima persona della definizione di un Piano Lupi realmente rispondente all’interesse pubblico, eliminando ogni possibilità di uccisione e raccogliendo così l’appello di centinaia di migliaia di italiani che vogliono tutela e protezione per questa specie”.
Anche in considerazione del grande interesse dimostrato dall’opinione pubblica per questo tema, è davvero sorprendente che il Ministro Galletti si sia sempre rifiutato di incontrare le associazioni, persino a costo di smentire se stesso. Il 2 febbraio, infatti, subito dopo che le Regioni avevano rispedito al Ministro il suo Piano Lupi, perché contrarie ad ogni ipotesi di uccisione degli animali, il Ministro Galletti si era impegnato a fissare un incontro a breve termine, allo scopo di trovare una soluzione. Ma fino ad oggi, a meno di sette giorni dalla prossima riunione della Conferenza Stato–Regioni, nella quale dovrebbe essere discussa la nuova versione del Piano, non ha ancora mantenuto la promessa.
“Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Lazio, Campania, Basilicata, Calabria e Puglia, si sono già espresse pubblicamente contro la condanna a morte dei lupi: una maggioranza di ben 11 Regioni che nella prossima seduta della Conferenza Stato–Regioni, prevista per il 23 febbraio, impedirà che il Piano possa essere approvato senza lo stralcio del capitolo III.7 che prevede le uccisioni, rese ora persino più facili” concludono le associazioni.