Lo pseudo-referendum anti-orsi che si è tenuto ieri in Val di Sole, e che è totalmente privo di rappresentatività, ha avuto un esito scontato, ampiamente previsto dal’Ente Nazionale Protezione Animali. La “consultazione” farsa non produrrà alcuna conseguenza di natura giuridica, dal momento che ha avuto, appunto, natura meramente consultiva e che ha coinvolto poche migliaia di persone. Insomma il risultato dello scrutinio non può essere “generalizzato” in alcun modo, ma va necessariamente circoscritto a poco più della metà dei residenti della Val di Sole, il cui orientamento ursofobico peraltro era già ampiamente noto. Insomma, secondo Enpa, per conoscere gli umori dei circa 8mila elettori (su oltre 12mila) non c’era certo bisogno di scomodare le urne.
Proprio per questo la “chiamata alle urne” aveva una chiara connotazione ideologica, evidente sin dalla formulazione fuorviante del quesito pseudo-referendario, ed aveva come obiettivo solo quello di alimentare la propaganda anti- plantigradi e anti-lupi. Una campagna che, come noto, prosegue orami da anni, su impulso di certi amministratori pubblici, delle associazioni di categoria che hanno sposato posizioni estremiste e dalle solite lobby dei cacciatori. La messinscena di ieri, dunque, è solo un vessillo che la PAT vorrebbe agitare davanti all’Europa e al governo nazionale per avere la possibilità di uccidere liberamente orsi e lupi, prefigurandone di fatto l’eradicazione. Ciò spiega il motivo per il quale non ci sia un reale interesse della PAT a favorire la convivenza con gli animali né a stemperare tensioni sociali, che in realtà vengono alimentate di proposito. «Ne è anche prova il fatto che ogni nostro tentativo di aprire un confronto è rimasto inascoltato. Se poi consideriamo che i portatori di interesse del mondo associativo sono stati completamente esclusi dal tavolo provinciale sui grandi carnivori, lo scenario diventa davvero paradossale», prosegue la Protezione Animali.
Purtroppo la popolazione della Val di Sole, come quella di altre zone del Trentino, è oggetto di un inqualificabile progetto di strumentalizzazione ed è vittima di una manipolazione demagogica con l’obiettivo di terrorizzare i residenti e, quindi, di creare un clima di opinione favorevole ai massacri di animali. «Siamo sicuri che il vero problema per la sicurezza del Trentino e per l’incolumità delle persone siano poche decine di plantigradi e di lupi? O non lo sono forse quelle 35 persone morte lo scorso anno sulle strade della Provincia, a causa degli incidenti stradali? Eppure – conclude Enpa – non ci risulta che la politica locale si stracci le vesti, promuova campagne a spron battuto o lanci consultazioni referendarie per sondare gli umori della popolazione».
I fatti dicono che oggi è più pericoloso mettersi al volante di un’automobile che non passeggiare tra boschi, adottando tutti i comportamenti di normale attenzione e cautela.