Leone Cecil, Rocchi (Enpa) all’ambasciatore USA: condanna per il “killer seriale”. Ora Tribunale internazionale per reati contro animali e ambiente

Il “killer seriale” che, in combutta con bracconieri locali, ha ucciso il leone Cecil non la faccia franca ma sia chiamato a rispondere della propria condotta e sia punito con una condanna esemplare. E' quanto chiede una lettera della presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi, all'ambasciatore Usa ed a quello dello Zimbabwe in Italia. «Mi sembra evidente che l'intenzione di questo personaggio, che apprendo peraltro essere già stato condannato negli Usa per atti di bracconaggio, non era soltanto quella di uccidere un animale, fatto di per sé inqualificabile, ma di calpestare con una inaudita furia iconoclasta il simbolo stesso della maestosità e della bellezza della natura, e del Parco che le tutelava», scrive nella sua missiva la presidente dell'Enpa.

«Un furore distruttivo, quello del dentista statunitense, che ha colpito il patrimonio non di un singolo Paese o di un continente, ma dell'intero pianeta, e che giustamente ripugna all'opinione pubblica mondiale – prosegue Rocchi – sollevando un'enorme ondata di protesta in tutto il mondo. Una vera rivolta delle coscienze anche di fronte all'efferata crudeltà con cui è stato ucciso il “Re Leone”: attirato in una trappola, ferito con una freccia, braccato e poi ucciso dopo tante ore di agonia. Una “esecuzione” che avrà gravissime le conseguenze sotto il profilo della conservazione, quanto come è noto, il leone dominante che assumerà il ruolo nel branco molto probabilmente ucciderà i figli di Cecil. I crimini contro la natura e gli animali, specie quelli compiuti nel Sud del Mondo, non devono godere di nessuna “immunità di fatto”».

Il problema del resto è più generale e chiama in causa i vuoti normativi del diritto internazionale. E' inaccettabile la convinzione in Occidente che alcuni Stati dotati di leggi “animaliste e ambientaliste” ritenute meno rigorose delle nostre, possano rappresentare una zona franca dove sia possibile violare tutte le regole poste a tutela della natura. I tempi sono ormai maturi per dare vita alla corte penale internazionale per i crimini contro gli animali e l'ambiente. Solo così si potranno perseguire in modo efficace tutti coloro i quali, singoli individui e/o organizzazioni criminali, delinquono sulla pelle degli animali e sulle risorse naturali, distruggendo quel patrimonio di biodiversità così fondamentale per la nostra stessa esistenza.

Cliccando qui è possibile firmare una petizione con cui si chiede uno speciale regime di protezione per i leoni.

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