Leone Cecil: il presidente dello Zimbabwe condanna l’uccisione, ma intanto si torna a sparare

«La nostra fauna, tutti i nostri animali ci appartengono. Non dovrebbero essere abbattuti né con un fucile né con le frecce». Con queste parole il presidente dello Zimbabwe, Robert Mugabe, intervenendo alla celebrazione di una festa nazionale, ha condannato l'uccisione del leone Cecil, ucciso come ormai tristemente noto da un presunto cacciatore di frodo statunitense.

Il j'accuse del contestato presidente – sul suo capo pende l'accusa di violazione dei diritti umani – è proseguito con quella che sembra essere una chiara scelta di campo in favore del leone e della biodiversità. «Anche il leone Cecil vi appartiene. E' morto. Spettava a voi proteggerlo e lui era là per proteggervi – ha infatti aggiunto Mugabe -. Ci sono dei vandali che vengono dappertutto. Ovviamente, alcuni possono essere dei semplici turisti ma altri vogliono vandalizzare, appropriarsi delle nostre risorse in maniera illegale e con la frode».

Parole, queste, che tuttavia stridono non poco con la decisione delle autorità di “tornare allo status quo ante” cancellando una parte delle di quelle restrizioni sulla caccia agli animali di grossa taglia (leoni ma anche elefanti e leopardi) adottate all'indomani della tragedia di Cecil. Per loro, per gli animali, poco cambierà sapere che – magra consolazione – tale divieto sarà mantenuto soltanto in alcune zone del Paese e che, nelle aree dove sarà possibile sparare, i cacciatori dovranno essere accompagnati dai vigilanti dei parchi nazionali.

Insomma, malgrado le parole scritte dal saggista americano Adam Gopnik – «La morte brutale di un leone ci turba più delle sofferenze di un essere umano perché la sua uccisione stuzzica sentimenti profondi di ingiustizia: qui non c’è l’uomo contro una bestia ma l’animale contro una macchinazione L’iniquità di un dentista senza scrupoli ci ricorda il senso di colpa della nostra “supremazia culturale”. Ecco perché ci scandalizziamo (qui la versione inglese pubblicata sul New Yorker) – poco sembra essere cambiato all'indomani del sacrificio di Cecil.

Anche per questo è importante continuare a sostenere la petizione internazionale con cui si chiede di salvare i leoni dell'Africa; patrimonio di biodiversità, come tutte le altre specie animali, non di un continente o di un solo Paese, ma del mondo intero.

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