Legge parchi, audizione dell’Enpa: fermatevi questa legge ci riporta indietro di 40 anni, chiediamo a tutti i leader di partito di ascoltarci

«Fermatevi, questa legge ci riporta indietro di 40 anni». Questa è la richiesta che l’Ente Nazionale Protezione Animali con Annamaria Procacci, consigliera nazionale dell’associazione nonché responsabile biodiversità ha rivolto oggi al termine dell’audizione presso la XIII Commissione Ambiente e Territorio del Senato, un’audizione che l‘associazione aveva ripetutamente invocato, data la gravità della situazione: la discussione in terza lettura del testo di “riforma” della normativa nazionale sui parchi e le aree protette n. 394/1991, da tempo oggetto di forti contestazioni e critiche da parte della quasi totalità del mondo ambientalista e animalista.
 
«Poniamoci delle domande: questo testo di cosiddetta riforma pone al centro la conservazione della natura, che dovrebbe essere la finalità di ogni area protetta? No. Ancora, il parco, in questa riscrittura è un bene comune? No. La fauna e la biodiversità sono protagoniste, trovano grandi e sicure forme di tutela? No. E molte altre – aggiunge Procacci – potrebbero essere le domande con risposta negativa che è legittimo porsi».  Dalla quesitone irrisolta del riconoscimento del prezioso sistema, voluto dall’Unione Europea, di Rete Natura 2000, alla questione dei servizi ecosistemici, così importanti anche contro lo stravolgimento del clima, alla infelicissima soluzione della governance dei parchi, che si vuole affidare a vertici incompetenti e impreparati, bandendo ogni solido riferimento alle eccellenze scientifiche a cui andrebbe affidato il nostro patrimonio più importante.
 
Una trattazione specifica – la consigliera nazionale dell’Enpa ha poi dedicato all’articolo 13 in materia di “gestione” della fauna su cui l’associazione è impegnata strenuamente da molti anni. «Ho criticato con forza tutta la visione restrittiva, anacronistica e ingiusta che contraddistingue il disegno di legge in discussione: una visione che allarga paurosamente le maglie della tutela di tutte le specie presenti nei parchi, senza alcuna garanzia neppure per quelle particolarmente protette, orso e lupo in primis, di fronte all’unica soluzione contemplata per risolvere eventuali problemi che potrebbero essere  posti da alcuni animali, vale a dire il ricorso ai fucili, soprattutto attraverso l’ingresso dei cacciatori nelle aree protette “travestiti” da selecontrollori. Abbiamo tentato in ogni modo di far raccogliere la nostra ferma opposizione a questa revisione di legge. Oggi – ha concluso Procacci – chiediamo a tutti i leader di tutti i partiti di ascoltarci, con una piena assunzione di responsabilità. I cittadini italiani non meritano di tornare indietro di 40 anni». 

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