E' stata sospesa l'uccisione di Laika, cagnolina di 5 mesi condannata a morte perché non ha abbastanza anticorpi contro la rabbia. La storia, incredibile, arriva dal Canton Ticino (Svizzera) dove il proprietario dell'animale ha lanciato un accorato appello per chiedere lo stop alla soppressione, decisa dai servizi veterinari elvetici. Laika è una cucciolotta di origini ucraine, importata in Svizzera attraverso la Finlandia ma – sembra – illegalmente, poiché i documenti dell'animale sarebbero stati contraffatti. Quel che è certo invece è che il cane ha un'immunizzazione non protettiva nei confronti della rabbia. Naturalmente ciò non significa che l'animale abbia contratto la malattia; è infatti possibile che sia stato vaccinato in maniera non corretta e che ciò abbia influenzato la risposta immunitaria della cucciola. Per questo il proprietario di Laika ha avanzato un proposta: tenerla in quarantena, anche nel suo stesso domicilio, e ripetere la profilassi. Una soluzione ragionevole, respinta però dal veterinario cantonale (paradossalmente, lo ritiene un "aggravio eccessivo per l’animale").
Laika avrebbe dovuto essere uccisa lunedì 3 giugno ma, grazie al ricorso presentato dal suo proprietario e ad una straordinaria mobilitazione internazionale, l'esecuzione è stata sospesa. Nella vicenda un ruolo di primo piano lo ha giocato Enpa. Infatti, appena avuta notizia della condanna a morte di Laika, l'associazione ha contattato l'ambasciatore italiano in Svizzera, al quale ha offerto la propria disponibilità a fare il possibile per salvarle la vita. Anche, se necessario, a prenderla in carico e portarla in Italia.
Foto di repertorio