La propaganda anti-lupo fa un buco nell’acqua: il 68% dei trentini vuole convivere pacificamente

Il 76,7% dei trentini, due residenti su tre, ha un’opinione positiva o neutra sul lupo, il 68% è disposto a convivere con loro, mentre una percentuale di poco più bassa – il 65% – non teme la loro presenza. E’ quanto emerge da una indagine condotta da Eurac Research, istituto di ricerca con sede a Bolzano, che ha sondato gli umori dell’opinione pubblica del Trentino su un tema estremamente divisivo che nei mesi passati ha scatenato forti polemiche e scontri molto accesi. Soprattutto per il tentativo di una certa parte politica – il precedente presidente della Provincia di Trento, Lorenzo Dellai, e l’attuale,  Maurizio Fugatti – e di alcune associazioni di categoria di ottenere il via libera alle uccisioni.

I lupi, sostengono costoro, oltre a mettere in pericolo la sicurezza degli animali cosiddetti da allevamento, rappresentano un rischio per l’incolumità pubblica. Ma anche su questo il sondaggio Eurac riserva diverse sorprese. Infatti, il 63% delle persone che hanno partecipato al questionario ritiene che i lupi non rappresentano una minaccia per la propria attività economica. A dirlo non sono né ambientalisti né animalisti, ma un campione formato esclusivamente da operatori economici del territorio. Un campione, precisa Eurac Research, nel quale rientrano categorie quali cacciatori, agricoltori, allevatori e gestori di strutture ricettive; categorie, queste, non certo tacciabili di simpatie “animaliste”. Del resto l’esperienza ha dimostrato come le uccisioni siano inefficaci ai fini del controllo demografico delle popolazioni di animali selvatici.

Il fallimento delle campagne terroristiche anti-lupo è confermato anche da un altro dato: solo un trentino su cinque ritiene che gli abbattimenti siano lo strumento più efficace per prevenire i danni causati dagli esemplari problematici, mentre la stragrande maggioranza degli intervistati, l’80%, si schiera per i metodi incruenti.

C’è comunque, da parte dei trentini, una forte e generalizzata domanda di informazione, poiché la quasi totalità dei residenti (l’87%) dice chiaramente di volerne sapere di più sui lupi. Ed è proprio su questo gap di conoscenza che, secondo Enpa, bisogna lavorare. Intervenendo però non a colpi di propaganda o di allarmismo, come è accaduto nei mesi passati, ma con campagne mirate, fondate su dati scientifici e finalizzate ad arricchire il bagaglio culturale dell’opinione pubblica.

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