La convivenza uomo-orso è possibile. La scienza come bussola per un futuro sostenibile

Per una corretta convivenza tra uomo e orso in Italia è necessario e urgente un piano d’azione condiviso e, soprattutto, un approccio scientifico che sappia dare sostegno serio alla politica anche con la creazione di un dialogo stabile tra istituzioni, esperti, comunità locali e portatori di interesse come le associazioni animaliste.

E’ quanto è emerso nel corso di un qualificato seminario che si è tenuto alla Camera dei Deputati organizzato dal vicepresidente di Montecitorio, Sergio Costa (M5S), già Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, dal titolo “Per una nuova strategia della gestione dell’orso (Ursus arctos) in Italia”.

Proprio in apertura Costa ha sottolineato la necessità di un approccio scientifico e politico alla questione. Ha ricordato il suo ruolo di ex Ministro dell’Ambiente e ha proposto un piano di azione che comprenda il monitoraggio continuo della popolazione ursina, la gestione dei rifiuti, la radiocollarizzazione e la formazione e informazione.

Sergio Costa

Il conflitto è fra l’uomo

Il professor Paolo Ciucci, associato presso il Dipartimento di Biologia e Biotecnologie Charles Darwin della Sapienza Università di Roma, ha evidenziato la complessità della convivenza tra uomo e orso in un paese densamente abitato come l’Italia, sottolineando l’importanza di distinguere tra l’impatto dell’orso sulle attività umane e il conflitto sociale che ne deriva. “L’orso – ha dichiarato – fa il suo mestiere, il conflitto è fra l’uomo che all’interno della società contiene persone che hanno valori, punti di vista e prospettive differenti, sia sull’orso, sia su come dobbiamo gestire l’orso. Perché questa è fondamentale, non è solo accademica, perché noi possiamo trovare soluzioni per mitigare l’impatto dell’orso sulle nostre attività antropiche, ma quel tipo di intervento magari non ha nulla a che fare con la mitigazione del conflitto che invece abbiamo a livello sociale.”

Ha inoltre ribadito la necessità di processi decisionali informati dalla scienza, inclusivi e che tengano conto di tutti i portatori di interesse.

 

Sì all’uso dello spray anti-orso

Renato Semenzato, biologo che lavora nel progetto Life Wolf Alps EU, ha presentato i dati relativi alla popolazione di orsi nelle Alpi occidentali, evidenziando la concentrazione di animali in alcune aree e il problema della gestione dei rifiuti. Per Semenzato è fondamentale un approccio scientifico alla gestione delle crisi e ha proposto l’utilizzo dello spray anti-orso come strumento di tranquillità per le popolazioni locali. Parallelamente occorre cominciare a prevenire efficacemente conflitti relativi alla presenza del lupo.

“La popolazione di lupo – ha detto – per tutta una serie di motivi si è particolarmente diffusa e quindi è il problema che dobbiamo affrontare nel prossimo futuro educando le popolazioni, fornendo un’informazione su come bisogna comportarsi. Il fatto che i lupi siano intorno alle città è un dato di fatto, sapere come comportarsi è importante, anzi, secondo noi è l’elemento cardine. Se sai che ti devi comportare in una certa maniera, eviti dei comportamenti errati che possono provocare problemi.”

 

Educare, informare, documentarsi

Paola Peresin, biologa, ha affrontato il tema della comunicazione scientifica efficace per la gestione sostenibile dell’orso sottolineando la necessità di un linguaggio chiaro e comprensibile per tutti, di distinguere tra animali domestici e selvatici e di educare.
Necessità condivisa anche da Walter Rizzetto (FdI), deputato e Presidente della XI Commissione, per il quale è importante un dialogo stabile tra istituzioni, esperti e comunità locali proponendo anche il potenziamento dell’attività di monitoraggio, il rafforzamento delle risorse economiche e l’utilizzo dello spray anti-orso.
Per Luana Zanella, capogruppo di Alleanza verdi e sinistra a Montecitorio, “occorre tener conto della scienza e chi opera sul territorio: la politica deve assolutamente affidarsi alla scienza per mediare il rapporto tra umano e mondo naturale selvatico che richiede anche un di più di conoscenza per compensare l’emotività che esso sprigiona. Certamente occorre fare di tutto per evitare di colpire la biodiversità”.

 

Gli orsi condifenti: il ruolo dei Carabinieri

Il colonnello Giancarlo Papitto, capo dell’ufficio progetti e convenzioni ed educazione ambientale del Comando delle Unità forestale ambientale e agroalimentare dell’arma dei Carabinieri, ha illustrato le attività dell’Arma nel contrasto all’avvelenamento e nella gestione degli animali confidenti. “LArma dei Carabinieri – ha affermato – si è ritagliata come attività quella di formare, costituire, organizzare le squadre per contrastare gli esemplari confidenti. Si tratta di squadre che consentono la dissuasione per rappresentare all’animale confidente come il rapporto con l’uomo non possa essere quello che è stato instaurato all’interno degli ambiti urbani. L’animale deve avere nei confronti dell’uomo quel timore che è necessario per una coesistenza efficace.” Papitto ha anche annunciato l’imminente pubblicazione, con l’Ispra, di un protocollo nazionale per l’identificazione e la gestione dei lupi urbani confidenti, cioè di quegli animali che hanno questa confidenza spinta. Sarò considerato confidente un animale che si avvicina all’uomo a una distanza inferiore ai 30 metri.

La registrazione integrale del seminario è disponibile qui: https://webtv.camera.it/evento/27745

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