Isole Faroe, 1.500 delfini massacrati a riva per una barbara tradizione. Protesta dell’Enpa al Primo Ministro

Orrore e sdegno alle isole Faroe, dove domenica scorsa sono stati massacrati oltre 1.500 delfini nel corso di una tradizione (e barbara) caccia che si svolge da secoli nel Paese e che si chiama “Grindadrap” e che consiste nel trascinare i mammiferi, soprattutto balene, a riva e poi massacrarli con dei coltelli. Le terribili immagini che mostrano i cadaveri dei ddelfini sulla battigia di Skalabotnur a Eysturoy e il mare color rosso sangue hanno fatto il giro dei social media scatenando l’ira di chi è sensibile ai diritti degli animali ma anche di alcune organizzazioni che partecipano all’evento.

Come riporta la BBC, ogni anno vengono sgozzate circa 600 balene e 35-40 delfini, ma il massacro di domenica è senza precedenti con i circa 1.500 delfini uccisi. Secondo molti media locali, la reazione della popolazione è stata “di smarrimento e shock a causa del numero straordinariamente grande" di delfini uccisi.

Questa mattina la Presidente Nazionale di Enpa, Carla Rocchi, ha inviato al Primo Ministro delle Isole Faroe, Bárður á Steig Nielsen, una dura lettera di protesta e di condanna. Al capo del governo dell’arcipelago, Rocchi ha comunicato l’orrore provato dagli animalisti in Italia e lo ha invitato a interpretare il sentimento prevalente nei cittadini delle Isole Faroe, contrario a questa barbarie. Rocchi ha inoltre ricordato che i delfini appartengono a una specie in via di estinzione e che, per questa ragione, nei mari dell’Unione Europa è vietato uccidere o catturare delfini o altri cetacei fin dagli anni ‘90. Le Isole Faroe, pur appartenendo al Regno di Danimarca, non fanno parte dell’Ue.

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