Mentre le reiterate richieste dell'Ente Nazionale Protezione Animali di mettere in sicurezza le strade del nostro territorio rimangono inascoltate da parte della Provincia Autonoma di Trento, gli incidenti continuano, gli automobilisti subiscono danni e gli animali selvatici seguitano a morire investiti. Nella notte tra il 16 e il 17 aprile in Trentino sono stati investiti una decina di caprioli e due volpi.
Fino a quando le persone dovranno subire danneggiamenti agli automezzi, rischiando anche danni fisici? Quanto a lungo dovremo sopportare questa carneficina di animali selvatici?
“Continueremo a ricordare alla PAT – afferma Ivana Sandri, Presidente Enpa del Trentino – che secondo la Corte di Cassazione ad essa deriva l'onere di intervenire nelle situazioni a rischio con misure atte a impedire o comunque a ridurre le situazioni di pericolo. Non bastano certo le patetiche, silenti e statiche sagome di capriolo poste un po' a casaccio, come inefficaci si dimostrano pure i catadiottri, anche perché non sono stati posti coerentemente alle specie cui dovrebbero impedire l'attraversamento: ad esempio 70 cm di altezza da terra per il cervo, 55 cm per il capriolo, 45 cm per il cinghiale”.