Il Tar Toscana vieta la caccia a Moriglione e Pavoncella e decreta la chiusura anticipata a varie specie

Con l'ordinanza di ieri, 5 novembre, il Tar Toscana ha quasi interamente accolto il ricorso della associazioni Enpa, Lac, Lav, Lipu e Wwf Italia contro il calendario venatorio della Regione Toscana, sospendendone l'efficacia in varie parti.
 

Anzitutto, il Tar vieta la caccia al moriglione e alla pavoncella, due specie a stato di conservazione cattivo per le quali la richiesta di sospensione del prelievo venatorio, ignorata dalla Regione, era giunta, oltre che dalle associazioni ambientaliste, dal Ministero dell'Ambiente e persino dalla Commissione europea. Ciò, in seguito all'inserimento di queste due specie negli allegati dell'Aewa, l'Accordo internazionale per gli uccelli delle zone umide, e alla relativa necessità di protezione.
 

Il Tar ha inoltre ordinato la chiusura anticipata della caccia alle specie per le quali il calendario venatorio toscano ha previsto la preapertura (tortora selvatica, gazza, ghiandaia e cornacchia grigia), così da rispettare l'arco temporale massimo previsto dalla legge nazionale 157/92.
 

"E' un pronunciamento importante – dichiarano Enpa, Lac, Lav, Lipu e Wwf Italia – che da una parte conferma quanto ormai consolidato circa la necessità di rispettare l'arco temporale massimo per la stagione venatoria, preapertura inclusa, e dall'altro rafforza le decisioni degli altri tribunali regionali di proteggere le specie in cattivo stato di conservazione, sospendendone.
 

"Questa nuova sconfitta della Regione Toscana – aggiungono le associazioni – deve finalmente spingere al cambio di registro un'amministrazione la cui costante tendenza filovenatoria è in netto contrasto con il dovere prioritario, nonché il vincolo normativo, di tutelare davvero la natura e fare tutto il necessario perché non ne venga compromessa la conservazione. Lo dice la legge italiana, lo dice la Direttiva Uccelli, lo dicono le convenzioni internazionali: la protezione viene per prima. Non è più possibile ignorarlo, né per la Toscana né per chiunque".

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