Il Presidente del Consiglio provinciale di Trento incontra le associazioni ambientaliste e animaliste

Una delegazione di rappresentanti di associazioni ambientaliste e animaliste (ENPA, FLAMA D’ANAUNIA, LAC, LIPU,  PAN EPPAA, COMITATO PER L'ORSO TRENTINO ALTO ADIGE/SÜDTIROL) è stata accolta dal Presidente del Consiglio Provinciale, Bruno Dorigatti. I delegati ringraziano il Presidente per la disponibilità ad un ulteriore incontro, dopo quello di fine estate in cui segnalavano che non vi era una effettiva e reale rappresentanza ambientalista nel gruppo dei 25 componenti della Consulta per la Riforma dello Statuto di Autonomia, e che, pertanto le istanze di una consistente parte di cittadini rischiavano di rimanere senza risposta.
I rappresentanti dei cittadini ambientalisti/animalisti attivi in Trentino, conoscono la realtà locale e vivono con allarme le derive pericolose per ambiente e animali, ma anche per il buon nome della Provincia Autonoma di Trento, che le azioni di governo dell'attuale giunta hanno posto in essere. Gli appartenenti al Corpo forestale provinciale e i custodi forestali, tecnici di alta professionalità e protagonisti della protezione ambientale, si vedono ridotti in quanto a numero e prerogative a favore delle onnipresenti associazioni venatorie, con perdita di occupazione e professionalità.

Il territorio prezioso che ci è stato tramandato rischia di non essere più tutelato dalla sua inaccessibilità e di soccombere, oggi, nell’epoca in cui le conquiste tecnologiche non sembrano avere quasi più nessun limite e alcuna difficoltà tecnica. In questi anni di crisi complessa, le ragioni delle autonomie sono state messe in discussione e hanno sempre più difficoltà nel giustificare la propria esistenza e nel farsi capire e accettare dai cittadini delle altre regioni italiane non altrettanto garantite.

Il rispetto ecologico dev’essere concreto e non di facciata. La reale tutela dell’ambiente e degli animali sarebbe un magnifico biglietto da visita per la nostra autonomia e ottima occasione di crescita culturale ed economica per il territorio, senza considerare il ritorno pubblicitario ad alto valore aggiunto perché di elevato livello etico, per non parlare dell'importanza di un ambiente "sano" per la salute e la qualità della vita dei cittadini.
Invece di essere ricordati come regione virtuosa che usa l’autonomia gestionale per proteggere gli animali e tutelare il proprio splendido paesaggio naturale, siamo tristemente noti per l’eccessiva disinvoltura nel concedere permessi a nuove strade, a nuove cementificazioni e deroghe alle norme edilizie, a nuove attività pseudo sportive lesive degli ambienti naturali e a nuovi privilegi per chi fa strazio della fauna selvatica.

I privilegi concessi al mondo venatorio, che rappresenta solo una minima parte della popolazione sia nazionale che provinciale (in Trentino, nel 1997, chiese l'abolizione della possibilità per il cacciatore di entrare liberamente nel fondo altrui ben l'83% dei votanti), non sono comprensibili: solo i cacciatori del Trentino Alto Adige/Südtirol potranno estendere il periodo di caccia oltre i limiti stabiliti, sparare anche nei territori delle altre regioni senza alcun legame col territorio di provenienza, sparare nei parchi naturali e uccidere animali appartenenti a specie protette ovunque nel resto del territorio nazionale e comunitario. Non è difficile immaginare quali pesanti sanzioni della Comunità Europea, i cittadini di Trento e Bolzano, insieme agli altri italiani, dovranno pagare per la violazione degli obblighi sottoscritti per la tutela delle specie animali protette. Come se si trattasse di un privilegio feudale, alle Provincie di Trento e Bolzano è stato concesso di legalizzare il bracconaggio, infatti le deroghe concesse alle due province autonome consentono azioni al

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