Il coordinamento regionale Enpa dell’Emilia Romagna sul decreto di chiusura del delfinario di Rimini

E' stato finalmente pubblicato sulla gazzetta ufficiale il decreto siglato già nel luglio scorso dai tre Ministeri competenti – il Ministero dell'Ambiente, di concerto con la Salute e le Politiche Agricole – il quale chiarisce in modo inequivocabile e definitivo che il delfinario di Rimini non possiede e non ha mai posseduto, alcun requisito per poter ottenere la licenza prevista dalla normativa vigente e per poter detenere qualunque specie animale. Così una nota del coordinatore regionale dell'Emilia-Romagna sulla vicenda del delfinario di Rimini.

La normativa di riferimento – si legge ancora nella nota – il decreto legislativo 73/05, in assenza di licenza, prevede la chiusura definitiva della struttura senza se e senza ma. Dopo lunghi anni di battaglie che hanno visto l'Enpa battersi per il rispetto delle normative vigenti e per la tutela degli animali; il delfinario di Rimini – che ha operato tutti questi anni senza alcuna autorizzazione – e che la scorsa estate ha proposto lo spettacolo delle otarie grazie ad inaccettabili concessioni locali, deve chiudere i battenti.

L'Enpa si era anche rivolta all'Ue per richiedere verifiche e controlli sulla inconcepibile nuova riapertura della scorsa estate, dopo che l' amministrazione e le autorità locali, in barba ad ogni normativa, avevano autorizzato il delfinario a tenere lo spettacolo realizzato con le otarie, prese in affitto e giunte dallo zoo di Fasano e costrette ad esibirsi dopo il sequestro ad opera del Cites (Corpo Forestale dello Stato) per maltrattamenti dei delfini poi condotti all'acquario di Genova. Con quanto definitivamente stabilito dal decreto, la proprietà del delfinario di Rimini sarà anche costretta a mantenere economicamente i delfini, attualmente ospitati presso l'Acquario di Genova.

L'Enpa si auspica quindi che il Corpo forestale dello Stato, come previsto dalle normative vigenti, vigili attentamente affinché la struttura non riapra in alcun modo e non persegua in ulteriori e reiterate violazioni.

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