I botti di Capodanno e il valzer delle responsabilità e delle opinioni

Meno diciassette. Mancano diciassette giorni all’ultimo dell’anno e anche in questo 2019, sui botti, si assiste al consueto valzer delle responsabilità e dei punti di vista.
Il dato certo è che i botti sono pericolosi. Mietono vittime: umane (feriti e morti ogni anno) e animali. E se le vittime umane fanno notizia e fanno statistica (basta ascoltare il primo telegiornale dell’anno con i dati che arrivano dagli ospedali), quelle animali sono invisibili. E sono molto più numerose di quelle umane. 

Cosa succede agli animali?
Il rumore dei botti è dannoso per quasi tutte le specie animali. Chi ha un animale domestico sa bene, per averlo vissuto, che un cane o un gatto viene letteralmente stordito dal fragore insopportabile delle esplosioni. I domestici sviluppano crisi di panico, tendono a nascondersi o a scappare, mentre il battito cardiaco aumenta e gli sfinteri non tengono. Sono molte le fughe di cani, numerosi i gatti di colonia che il primo gennaio non si trovano più. Spariti. Per non parlare degli animali selvatici. E dei volatili. Questi ultimi spesso perdono la traiettoria, vanno a sbattere contro ostacoli che in una condizione normale riconoscono: i muri dei palazzi, i tronchi degli alberi… E muoiono.

Il nostro appello ai sindaci
Già la scorsa settimana Enpa ha lanciato un appello ai sindaci di tutta Italia. I botti sono un pericolo per la sicurezza pubblica e per gli animali e i primi cittadini pochi giorni prima di Capodanno firmano ordinanze dell’ultim’ora. “Occorre – ha detto Enpa – fare in fretta e bene: in passato alcuni sindaci sensibili ma tardivi (anche di grandi città) hanno emanato all’ultimo momento ordinanze scritte male, che hanno avuto come conseguenza il ricorso dei produttori di fuochi d’artificio. Agire tempestivamente significa anche avere il tempo di pubblicizzare adeguatamente il divieto presso i cittadini. Contemporaneamente occorre vigilare sui canali di vendita e essere implacabili laddove dovessero essere scoperti produttori e venditori di botti illegali.”

Savona e altre storie
Enpa in questi giorni ha fatto molto, ben oltre l’appello lanciato ai sindaci. A Savona il sindaco ha accolto il nostro appello e ha deciso di investire i fondi inizialmente destinati ai fuochi pirotecnici per un concerto. Bene: la cultura prevale sulle pratiche anacronistiche. A Grosseto, l’Assessorato alla sicurezza ha invitato la nostra presidente locale a un incontro con i ragazzi nel corso del quale la rappresentante Enpa ha spiegato i pericoli per umani e animali. Le nostre sedi del Trentino hanno fatto una capillare opera di informazione presso gli enti locali. E altre iniziative. Naturalmente le azioni dell’Enpa hanno irritato i produttori di botti e anche altri portatori di interessi.

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