«Ho sparato, volevo solo spaventarlo». Confessa il 37enne livornese che ha ucciso il cane Snoopy con un colpo di carabina. Ma gli animalisti scendono in piazza e chiedono giustizia

Come riferito dalla stampa, l'uccisore del cane Snoopy ha finalmente un volto e un nome: è un 37 enne livornese, che lavora presso il porto della città toscana e che si è costituito dopo essere stato individuato dai Carabinieri grazie al registro di vendita delle carabine. Presentatosi in caserma, l'uomo ha ammesso aver sparato verso ma ha anche precisato di non aver avuto alcuna intenzione di uccidere l'animale. Secondo quanto riferito dal 37 enne, ora indagato per il reato di uccisione di animali, l'obiettivo di quello sparo sarebbe stato solo quello di spaventare il cane perché – a suo dire – “abbaiava” troppo. E così il povero Snoopy è morto perché me se ne stava sul balcone della sua casa, si è visto recidere l'aorta da un colpo di carabina esploso da una terrazza vicina.

In attesa che gli inquirenti facciano chiarezza sulla dinamica dell'accaduto, accertando si sia trattato di un'azione intenzionalmente volta ad uccidere, resta comunque difficile immaginare che chi ha sparato non fosse consapevole dei rischi e delle conseguenza di un simile inqualificabile (e incivile) gesto. Anche per questo le associazioni animaliste, tra cui l'Enpa di Livorno, sono scese in piazza chiedendo venga fatta giustizia per il povero Snoopy.  Naturalmente, l'Enpa ha incaricato il proprio ufficio legale di seguire l'evolversi della situazione e di valutare tutte le eventuali iniziative legali da intraprendere contro l'uccisore del povero cane.

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