Tutto è iniziato con la sparizione di alcuni gatti a Vicenza. Le prime segnalazioni iniziano ad arrivare a fine maggio. I proprietari, preoccupati per la scomparsa dei propri gatti, iniziano a rivolgersi alle Guardie Zoofile Enpa. In particolare, una signora si dice convinta che i gatti finiscano nelle trappole per le nutrie mal custodite. Partono le indagini delle Guardie Zoofile Enpa del Nucleo di Vicenza che portano ad individuare una gabbia detenuta da una signora anziana di ottant’anni. All’interno vengono ritrovati i resti di un animale ormai decomposto, rimasto imprigionato e morto di stenti da più di dieci giorni. E’ in quel momento che iniziano ad emergere i dettagli inquietanti di questa storia. La signora da almeno sei anni utilizzava la gabbia trappola per nutrie, lasciandola incontrollata anche diversi giorni, e quando gli animali che rimanevano incastrati non morivano di stenti, gli riservava una morte atroce: l’annegamento. Una morte ancora più terribile per un animale che vive quasi costantemente in ambiente acquatico, quindi nel suo elemento naturale, tanto che l’anziana signora si è lamentata con le Guardie Enpa di quanto fosse difficile ucciderli vista la resistenza degli animali a morire e che ormai “alla sua età era un lavoro troppo gravoso”.
Dunque in quella gabbia trappola hanno trovato la morte tantissime nutrie e potrebbero essere finiti decine di altri animali, compresi animali d’affezione, gatti o cagnolini, visto che le Guardie Zoofile Enpa hanno accertato che la trappola non veniva controllata. “Purtroppo – commentano le Guardie Zoofile Enpa di Vicenza – ipotizzare che fosse più comodo andare meno a controllare per trovarli già stecchiti è tutt’altro che fantascienza”.