«La recente sentenza di condanna contro Green Hill, a nostro avviso, chiama in causa non soltanto i diretti responsabili dell'uccisione di animali, ma anche tutti coloro i quali hanno a vario titolo chiuso un occhio su quanto accadeva nella struttura. Tutto questo nonostante l'Enpa e le altre associazioni animaliste avessero più volte lanciato l'allarme su quanto accadeva nell'allevamento». Così l'Ente Nazionale Protezione Animali sulla nuova inchiesta aperta dalla magistratura nella quale risulterebbe indagato un veterinario Asl.
«Per questo salutiamo con soddisfazione la notizia di una nuova iniziativa giudiziaria della Procura di Brescia – prosegue la Protezione Animali -. Questa inchiesta potrebbe essere il primo passo verso un processo “Green Hill 2”, che auspichiamo possa finalmente portate alla luce, con un vero e proprio effetto domino, i molteplici ed estesi livelli di responsabilità, grazie ai quali è riteniamo sia stato possibile per anni “insabbiare” i reati commessi nella struttura».
Naturalmente, come per il processo appena conclusosi, l'Enpa assumerà tutte le più opportune iniziative legali affinché anche quest'ultima iniziativa giudiziaria vada a buon fine. «Se dovesse essere verificato il coinvolgimento di pubblici ufficiali o di detentori di cariche pubbliche – conclude la Protezione Animali – faremo quanto in nostro potere affinché costoro non ricoprano più incarichi pubblici così delicati».