Giornata mondiale dell’ambiente. Stop alla plastica e al vetro, Enpa: rendere il vuoto, rende. Fondamentale creare valore dai rifiuti

Abbattere la produzione e l’immissione dei rifiuti di plastica nell’ambiente non è un utopia, e non è neanche una missione impossibile. Alcuni Paesi, Germania e Finlandia ad esempio, lo stanno già facendo e stanno ottenendo risultati straordinari. Il segreto di questo successo è da ricercare in tre parole: “vuoto a rendere”. Una formula che, secondo fonti di stampa, nella sola Germania ha permesso di ridurre in maniera considerevole i rifiuti di plastica e di vetro dispersi sul territorio (-80% per le bottiglie di PET, -96% per la bottiglie di vetro, secondo bargiornale.it). Si è così creato un circolo virtuoso, un “moltiplicatore di civiltà”, il quale, grazie all’incentivo del vuoto a rendere ha permesso di ampliare la platea di persone coinvolte nella cura dell’ambiente. Lo sottolinea l’Enpa, alla vigilia della Giornata Mondiale dell’Ambiente che si celebra domani (martedì 5 giugno) e che è dedicata proprio alla riduzione dei rifiuti plastici.
Insomma, quello che ai non addetti ai lavori può sembrare un costo – la resa del vuoto  – è, in realtà, un meccanismo di produzione di valore poiché consente, non soltanto di ottimizzare l’uso delle materie prime attraverso le attività di riciclo, ma di tagliare i costi legati alla raccolta, alla cernita e alla selezione di questo tipo di rifiuti. I quali, con il sistema del vuoto a rendere, vengono conferiti direttamente dai consumatori, e vengono poi vagliati e selezionati sul posto, ottimizzando così l’intero processo.

Il sistema del vuoto a rendere non risolverebbe del tutto l’emergenza rifiuti delle nostre città, dei nostri mari, dei nostri boschi ma darebbe un contributo importantissimo per portare a soluzione il problema. Tanto per cominciare sparirebbero migliaia di lattine e bottigliette (di vetro e plastica) incivilmente abbandonate nei parchi, nelle aiuole, per strada, e che così tanti problemi causano agli animali, d’affezione ma anche selvatici (migliaia di uccelli – ad esempio – muoiono per l’ingestione dei tappi delle bottiglie). Il vuoto a rendere permetterebbe poi di ottimizzare la raccolta differenziata, eliminando molti di quei rifiuti gettati – più o meno – distrattamente nei cassonetti dell’umido (nelle aree dove non c’è la raccolta porta a porta) o della differenziata.

In linea teorica, il nostro Paese (dove tale pratica era in uso fino a una trentina di anni fa), è sulla scia della Germania o della Finlandia perché a febbraio dovrebbe essere partita una fase di sperimentazione con l’impegno del Ministero dell’Ambiente (http://www.minambiente.it/pagina/vuoto-rendere). «Auspichiamo – dichiara l’Ente Nazionale Protezione Animali – che con il nuovo ministro la situazione possa cambiare in meglio  anche su questo fronte reintroducendo una volta per tutte il sistema del vuoto a rendere».
 

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