«Gli animali selvatici, sempre più rari nel nostro Paese, si trovano a vivere in una situazione di autentica emergenza su tanti fronti, determinata da vecchie scelte politiche, a livello nazionale come regionale, che sostanziano pesanti tentativi di controriforma e un vero divorzio dalla sensibilità del Paese. Gli italiani sono infatti dalla parte dell'ambiente e della natura contro l'inarrestabile consumo di suolo, le trivellazioni in terra e in mare, la fauna come monopolio di chi spara». E' quanto dichiara, in occasione della giornata mondiale della vita selvatica, Annamaria Procacci, responsabile Enpa per la fauna selvatica e la biodiversità.
«In questo contesto si colloca – prosegue Procacci – il progetto di “riforma” della legge nazionale sui parchi, attualmente in discussione in Senato, che, sotto il consueto pretesto del controllo faunistico, apre nei fatti a una vera attività venatoria negli scrigni della biodiversità italiana. Un a proposta che chiediamo al Parlamento di fermare».
«Insomma – aggiunge Andrea Brutti dell'ufficio fauna selvatica di Enpa – i selvatici stanno fronteggiando un attacco che non ha precedenti e che è il frutto di una vera e propria campagna di “terrorismo” di cui sono vittime numerose specie, orsi e lupi in primis. Basti pensare che “per diminuire tensioni sociali” si vorrebbero autorizzare le fucilate persinocontro gli stessi lupi e i cani vaganti. Ci chiediamo inoltre come sia possibile che specie animali in accertato declino numerico continuino ancora ad essere incluse nei calendari venatori, malgrado i ripetuti richiami dell'Europa e nonostante il parere contrario della comunità scientifica».
In questo scenario così fosco non manca poi chi vorrebbe scavalcare le nostre leggi e le direttive comunitarie nel modo più veloce e “indolore” possibile. «Penso – prosegue Brutti – alle province autonome di Trento e Bolzano che vorrebbero sterminare marmotte, stambecchi e tassi, consentendo deroghe che sarebbero autorizzate con il “silenzio-assenso” del Ministero dell’Ambiente, troppo spesso lontano dal bene degli animali».
Il risultato di queste politiche è lo smembramento del Parco dello Stelvio; è la cancellazione del Corpo Forestale dello Stato; sono le scelte venatorie non conformi alle direttive UE; sono le leggi regionali che autorizzano lo sterminio degli ungulati 365 giorni all’anno, con grave disturbo biologico dell'avifauna durante la fase della riproduzione e della migrazione. Il risultato di tali politiche è, in altre parole, lo smantellamento del sistema di protezione delle nostra biodiversità costruito così faticosamente negli anni con la mobilitazione di milioni di cittadini.
Insomma, oggi, c’è ben poco da festeggiare.