Giornata della biodiversità. Italia “giardino d’Europa” ma dal 2016 ad oggi “ultima della classe”. Appello al premier Gentiloni: inverta la tendenza

L’Italia celebra la festa della biodiversità con un primato da maglia nera, anche a causa di scelte politiche che negli ultimi anni sono state estremamente dannose per l’ambiente e la natura. Ecco di seguito le principali aree di crisi.
 
Indebolimento dei controlli antibracconaggio sul territorio, a causa dello scioglimento della Polizia Provinciale e della fase di transizione legata all’assorbimento del Corpo Forestale nell’Arma dei Carabinieri;
 
Mancata approvazione delle misure di conservazione del Lupo per il noto braccio di ferro tra l’opinione pubblica e il Ministro dell’Ambiente, sostenitore dell’apertura all’uccisione del meraviglioso simbolo della natura in Italia. Enpa chiede che il Piano venga approvato cancellando ogni possibilità di fucilate contro il più grande predatore italiano;
 
Mantenimento della possibilità di cacciare anche le specie di avifauna in forte diminuzione. Specie classificate dalla normativa europea come Spec2 e Spec3, cioè decisamente in declino. Anche per questo l’Italia è “sorvegliata speciale” da Bruxelles;
 
Possibilità per le Province di Trento e Bolzano di includere la marmotta tra le specie cacciabili dopo i due devastanti decreti legislativi – incostituzionali – varati dal Governo Renzi pochi giorni prima del referendum del 4 dicembre;
 
Guerra senza quartiere alle nutrie. Dopo che il Parlamento ha votato l’esclusione di questa specie dal novero di quelle protette ex 157/92 le Regioni sono alla cruenta fase applicativa dei piani di eradicazione;
 
Parchi e aree protette sempre più nel mirino con il testo approvato dal Senato e ora in discussione alla Camera, che prende a picconate il sistema di tutele previsto dalla 394/91 e che offre tra l’altro alle “doppiette” belle opportunità di entrare nei parchi.
 
Allentamento dei vincoli ambientali, in modo particolare la VIA (Valutazione Impatto Ambientale), dietro il pretesto della “sburocratizzazione”.
 
«Viviamo una allarmante fase di regressione sulle politiche in favore della biodiversità – dichiara Annamaria Procacci, consigliere nazionale Enpa nonché responsabile biodiversità – regressione che è anche un preoccupante segnale culturale per l’opinione pubblica. Per questo chiediamo al premier Gentiloni di promuovere una rapida e forte inversione di tendenza che la preziosa biodiversità di questo Paese merita, a partire da un rinnovato impulso alla tutela del Lupo».

Facebook
Twitter
LinkedIn