Gara di solidarietà per soccorrere una volpe in difficoltà. Interviene anche l’Enpa di Ruvo di Puglia

«Per la festa della Donna ho avuto un grande regalo: poter soccorrere, dopo due giorni di tentativi lunghi e complessi, una piccola volpe in difficoltà». Queste le parole con cui la responsabile dell’Enpa a Ruvo di Puglia (Bari), Rossella Ulloa Severino, commenta la positiva conclusione di una vicenda iniziata lunedì 6 marzo, quando alcuni automobilisti avevano avvistato l’animale mentre si aggirava – in evidente stato di sofferenza – lungo le strade della città pugliese.

Immediatamente è partita la segnalazione alla responsabile Enpa, che ha subito attivato una volontaria. Giunta sul posto con una gabbia trappola, la volontaria ha cercato per ben tre ore di mettere in sicurezza la volpe, ma, a causa di una serie di circostanze sfortunate, l’operazione non è andata a buon fine. Così come, fatto questo ancor più grave, non hanno avuto successo i tentativi di chiamare in causa le autorità istituzionalmente preposte al recupero dell’animale. Un animale che, lo ricordiamo, appartiene alla fauna selvatica ed è dunque patrimonio indisponibile dello Stato.

L’operazione di soccorso è proseguita l’indomani quando alcuni commercianti hanno avvistato la volpe nel centro cittadino, nei pressi della Chiesa di San Domenico. Ed è stato proprio grazie alla loro prontezza e al loro sangue freddo che è stato possibile mettere l’animale al sicuro, all’interno di un’autorimessa, dove è rimasto, malconcio ma comunque tranquillo, in attesa di essere prelevato e affidato alle cure di un veterinario.
«La volpe – prosegue Ulloa Severino – si è infilata nel bagno, segno che era ancora più debilitata rispetto al giorno prima, si è acciambellata e non si è più mossa. A catturarla è stato Pasquale Salvemini del Wwf di Molfetta. L'ha messa in un trasportino, procurato dall'Enpa di Ruvo, e l'ha poi portata nella Clinica medica di Valenzano che ora si sta occupando dell'animale». Saranno i veterinari a valutarne le condizioni di salute, a stabilire la terapia più opportuna e a decidere se potrà essere restituita al proprio ambiente. «Siamo contente di esserci prodigate e di averle dato una chance – conclude la presidente Ulloa Severino -. Così malmessa non sarebbe sopravvissuta a lungo».

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