Fucili agli agricoltori contro i cinghiali? Rocchi (Enpa): il Ministro Galletti smentisca o si dimetta. No alla militarizzazione del territorio, no a “caccia selvaggia”

 «Il Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti smentisca le indiscrezioni filtrate in queste ore circa una presunta iniziativa legislativa, che, avrebbe il suo pieno appoggio e che autorizzerebbe caccia selvaggia contro i cinghiali, armando gli agricoltori e militarizzando il territorio italiano. Il tutto con il pretesto della tutela dell'agricoltura e pur sapendo che le uccisioni sono del tutto controproducenti. Il ministro smentisca altresì ogni eventuale ulteriore progetto di caccia selvaggia contro questi animali e risponda con urgenza oppure si dimetta, perché se così fosse verrebbe meno al proprio mandato istituzionale di custode della biodiversità». E' la forte richiesta avanzata dalla presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi, durante l'assemblea straordinaria dell'Ente Nazionale Protezione Animali, svoltasi oggi e dedicata anche all'"affaire cinghiali" su cui il Senato voterà la prossima settimana.
 
Con un'articolata mozione, l'associazione esprime grande preoccupazione per i tentativi di deregulation che stravolgerebbero venti anni di politiche a tutela dell'ambiente e degli animali. «Stanno arrivando segnali politici davvero inquietanti – denuncia la consigliera nazionale di Enpa, Annamaria Procacci -. Prima con il tentativo, poi rientrato, del relatore al Collegato Ambientale, Stefano Vaccari (PD), il quale ha inserito nel testo in votazione al Senato un emendamento per cacciare i cinghiali tutto l'anno per un periodo "sperimentale" di tre anni. Poi, in queste ore, con i rumor secondo cui si vorrebbe dare piena libertà di sparo addirittura agli agricoltori; rumor preceduti da un tweet con cui il Ministro dell'Ambiente aveva dichiarato che affrontare il "problema" cinghiali era un dovere ».
 
Secondo l'Enpa, l'"affaire cinghiali" non è una questione a sé stante, ma rientra in un disegno più ampio. «Trasformare la presenza di queste popolazioni selvatiche in un business per il settore agricolo – prosegue Procacci -. Inoltre, come già si è visto, dagli orsi ai lupi, dal caso Daniza alle nutrie in Emilia, dalla smobilitazione del Corpo Forestale dello Stato e della Polizia Provinciale ai continui attacchi contro la legge 157/92 sulla protezione della fauna selvatica nel nostro Paese è in atto un'offensiva senza precedenti contro gli animali e la biodiversità, il cui esito finale potrebbe essere lo smantellamento delle politiche ultraventennali a difesa dell'ambiente e degli esseri viventi. Naturalmente, noi, come milioni di cittadini e di elettori non abbiamo alcuna intenzione di assistere immobili a tale scempio».
 
«Vent'anni di massacro di cinghiali nel nostro Paese non sono serviti a nulla  se oggi più che mai si invoca una "emergenza". Riproporre lo sterminio di massa è assolutamente pretestuoso – precisa Andrea Brutti dell'Ufficio Fauna Selvatica di Enpa-: infatti sappiamo tutti benissimo che la pressione dei fucili causa un aumento della fertilità dei cinghiali e la destrutturazione dei gruppi con la dispersione sul territorio. Soluzioni inaccettabili, controproducenti, crudeli che non possiamo ammettere vengano strumentalmente usate per fini economici».

Facebook
Twitter
LinkedIn