Fine anno, cacciatori ancora al primo posto nei reati commessi sugli animali

Nel Vicentino, nonostante il delicato periodo non diminuiscono, maltrattamenti in casa, bracconaggio e ancora denunce, perquisizioni e sequestri operati dalle Guardie E.N.P.A.

I casi:
Thiene ( Vicenza )
Alla fine di settembre un video recapitato al Nucleo Guardie Zoofile E.N.P.A. mostrava all’interno di una struttura uccelli da richiamo detenuti nelle minuscole gabbie che non gli permettevano di aprire le ali, delle gabbie trappola per catturare uccelli in stato di libertà, oltre a pettirossi e altre specie di uccelli detenuti in piccole voliere. I fatti venivano segnalati alla Procura della Repubblica che interveniva con il Pubblico Ministero Dott.ssa Alessandra Blok, emettendo un Decreto di Perquisizione e Sequestro e dando incarico ai Carabinieri di Thiene e alle Guardie Zoofile per svolgere l’attività; all’atto della perquisizione si presentavano tre Carabinieri e quattro Guardie Zoofile, Il cacciatore Z. E. molto noto nelle cittadina non opponeva resistenza e collaborava.

Nella disponibilità dello stesso è stata rinvenuta una piccola “Santa Barbara” ben sei gabbie trappola, (si tratta di apparecchiature che vengono utilizzate per la cattura di uccelli in natura ), la cui detenzione è vietata e l’uso comporta una denuncia penale al trasgressore.
In altri locali attigui, sono stati rinvenuti anche tre pettirossi, un fanello, tre peppole e due passeri d’Italia, tutti uccelli di specie protetta o particolarmente protetta inserite nell’appendice due e tre della convenzione di Berna in quanto minacciate; gli uccelli erano sprovvisti di documentazione di provenienza e anello inamovibile, ciò ha comportato due tipologie distinte di reato in carico al cacciatore.
Mentre non si è trovata traccia dei richiami detenuti nelle gabbiette, che sarebbero stati consegnati nel frattempo ad altri cacciatori.
La Procura convalidava tutta l’attività effettuata, indagava il cacciatore per i reati penali previsti nella legge 157/92 e disponeva l’immediata liberazione degli uccelli detenuti. 

Tretto/ Schio ( Vicenza ).
Cane ammazzato da un cacciatore con una Fucilata al Tretto di Schio, questo il tenore della segnalazione ricevuta ai primi di novembre dalle Guardie E.N.P.A.
Era domenica 15 novembre quando le Guardie Zoofile dopo avere effettuato le indagini di rito, si recavano presso il domicilio del segnalato, lo stesso D.Z. cacciatore settantenne, alle precise domande poste dagli Agenti all’inizio dava risposte evasive, ma poi messo alle strette ammetteva le sue responsabilità.
Si ho ucciso il mio cane Breton di quattro anni e mezzo con una fucilata, era diventato pericoloso e ingestibile e mi ha morso più volte… non potevo fare altro”.
Il soggetto non è stato in grado di produrre nessun documento veterinario che comprovasse che il cane era in cura per il problema dell’aggressività, come prove a sua difesa il cacciatore avrebbe fatto notare segni di presunte morsicature sulle dita e sulle cosce.
Le Guardie Zoofile a questo punto, raccolta la dichiarazione dell’indagato non hanno potuto fare altro che segnalarlo alla Procura della Repubblica per il reato di uccisione di animale punibile con art. 544-bis che prevede la reclusione da 4 mesi a due anni.
Renzo Rizzi Ispettore delle Guardie dell’E.N.P.A. nel merito ha dichiarato: “Va ricordato che un cane può mostrare segni di aggressività, in questi casi va portato dal veterinario per fare una diagnosi e mettere in pratica le cure del caso come per qualsiasi altra malattia; nel caso del povero breton artù se ha avuto&a

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