In occasione della “Festa del Sacrificio”, l'Ente Nazionale Protezione Animali lancia un appello affinché siano previsti e pianificati controlli rigorosi contro le “macellazioni fai da te”, eseguite – come spesso accade in questa circostanza – al di fuori delle strutture preposte, senza alcun riguardo per la sofferenza degli animali e senza il rispetto delle norme igienico-sanitarie. In caso di violazioni normative, l'Ente Nazionale Protezione Animali è pronto ad attivarsi con il proprio ufficio legale e con i propri volontari.
Per Enpa, il problema non è costituito soltanto dalle uccisioni clandestine, ma anche dalla cosiddetta “macellazione rituale”, una pratica – questa sì purtroppo ancora legale – che, in forza di una deroga di legge, dettata da motivi religiosi, consente l'uccisione di animali per dissanguamento (tramite rescissione della carotide) senza obbligo di stordimento preventivo. Infatti, secondo il credo ebraico e islamico, soltanto tale pratica sarebbe in grado di preservare la purezza della vittima, la cui morte avviene con una lenta e straziane agonia durante la quale. Durante l’intera procedura l’”animale sacrificale” resta vigile e cosciente, vivendo impotente l’esperienza della propria morte: un “supplemento di crudeltà” che non concede il “beneficio” della pietà.
«Gli animali sono esseri senzienti che hanno il nostro stesso diritto di vivere su questo pianeta: nessuno – commenta la presidente di Enpa, Carla Rocchi – ha il diritto di ucciderli, neanche per motivi alimentari. E neppure se ciò avviene in ossequio a precetti religiosi, fonte di ulteriore sofferenza. Non si tratta di attaccare un credo invece di un altro; si tratta invece di proteggere ad ogni livello la vita di altri esseri senzienti. E di tutelarli contro pratiche anacronistiche che dovrebbero appartenere al passato, non certo ai nostri giorni».