Istituire il Ministero per la tutela dell'Ambiente e della Biodiversità, rilanciando finalmente quegli indirizzi strategici di salvaguardia ambientale che il nostro Paese sembra aver abbandonato da tempo. E’ l’appello che l’Ente Nazionale Protezione Animali rivolge alla premier in pectore Giorgia Meloninell’imminenza delle consultazioni per la formazione del nuovo Esecutivo. Secondo Enpa, l’esperienza del MITE (Ministero della Transizione Ecologica) inaugurata con il precedente governo Draghi ha posto l’accento sulle politiche dell’energia, penalizzando invece quelle di natura squisitamente ambientale. “Transizione ecologica non è sinonimo di tutela della biodiversità, in quanto essa appare riferita in prima istanza ai sistemi e alle fonti energetiche. In questo senso – spiega l’associazione – la transizione energetica è solo una parte assai circoscritta della più ampia emergenza ambientale”.
Puntare sulle rinnovabili contribuisce indubbiamente alla salvaguardia degli ecosistemi e al contrasto dei cambiamenti climatici, tuttavia la doverosa tutela della fauna e della flora richiede interventi e azioni specifiche che non sempre possono essere armonizzati con la promozione delle rinnovabili. “Pensiamo al paradosso alle torri eoliche. E’ vero che esse sono alternative alle fonti fossili, ma è anche vero che causano la morte di numerosissimi uccelli, travolti dalle pale. Questo – spiega l’associazione – è la dimostrazione di quanto la transizione ecologica possa essere distante dalla salvaguardia della biodiversità e di quanto siano diventate imprescindibili una visione e una strategia organiche che siano in grado di combinare i diversi aspetti della questione ambientale”.
In questi giorni la leader del partito di maggioranza relativa, Giorgia Meloni, ha più volte espresso la volontà di inaugurare una nuova stagione. Enpa auspica che tale volontà sia riferita anche alle politiche ambientali. “Nel più recente passato i nostri governi non hanno certo dato prova di solerzia. Ricordiamo – prosegue Enpa – che poco o nulla è stato fatto per contrastare la piaga del bracconaggio, ormai endemico in molte aree del Paese; che nessuna iniziativa è stata presa per impugnare leggi regionali palesemente incostituzionali, come quelle della Lombardia che ha reintrodotto gli spiedi con i piccoli uccelli; che i nostri parchi naturali sono ancora in attesa dei loro nuovi presidenti. E questi sono soltanto alcuni esempi, la casistica delle omissioni è molto più estesa”.